1 NOVEMBRE, TORINO (ITALIA).
In vista del 4 novembre, presidio al Consolato ucraino di Milano, compare qualche scritta e foglio murale all’Ufficio immigrazione della Questura, all’Università di Torino, al mercato di Porta Palazzo, alla Chiesa ortodossa…
2 NOVEMBRE, VENEZIA (ITALIA).
A Venezia contro la guerra.
“Un corteo di circa 150 persone attraversa Venezia. Il senso del corteo è stato quello di porre la questione della diserzione, in particolare quella ucraina e russa, alle nostre latitudini, tema totalmente assente, ma necessario per costruire quella bussola etica da utilizzare in questo momento storico. Un corteo che è riuscito a tenere insieme questo tema della diserzione ucraina e russa, la resistenza palestinese, libanese e yemenita contro il genocidio algoritmico israeliano supportato da tutto l’occidente, e la questione del ddl1660. Infatti, si è riusciti, sfidando il divieto della polizia, a passare sotto il carcere e con cori, fuochi d’artificio e rumori si è portata solidarietà ai detenuti, che hanno risposto con potenza. Un piccolo segnale per ricordare a loro che “fuori” c’è chi non li lascia soli, e a noi che bisogna continuare a lottare in qualsiasi contesto in cui ci si trova.”
4 NOVEMBRE, MILANO (ITALIA).
(…) Con la consapevolezza che la mobilitazione generale passa sempre più attraverso identità digitali biometriche funzionali a sorvegliarci, arruolarci o eliminarci, di cui esempio sono i sistemi di autorizzazione e varchi implementati durante la pandemia di COVID, abbiamo espresso la nostra tensione disfattista e internazionalista davanti al Consolato ucraino di Milano, che non rinnova i documenti a chi non si registra sul database elettronico per l’arruolamento “Oberih”, sistema analogo a quello implementato in Russia, “Gosuslugi”.
Nonostante l’imponente dispiegamento di Carabinieri, Polizia ed Esercito, gli interventi al microfono e i volantini distribuiti hanno incontrato l’interesse di chi si trovava lì per espletare pratiche burocratiche. Più di una parola è stata scambiata con persone rabbiose per i propri cari rapiti dallo Stato per andare al fronte: “i poveri vengono sacrificati”. (…)
Testo integrale e immagini QUI.
Diretta su Radio Blackout QUI.
7 NOVEMBRE, NOVOSIBIRSK (RUSSIA).
In serata si è svolto in Siberia un piccolo raduno contro la guerra organizzato da forze comuniste e autorizzato dalle autorità.
Sergei Krupenko, fuoriuscito dal Partito Comunista Operaio Russo in contrasto con le posizioni relative alla guerra in Ucraina, alla fine della manifestazione l’ha definita apertamente “contro la guerra”.
“Oggi questo governo ha trascinato il Paese e decine di milioni di persone in un’avventura sanguinosa, sapete dove! Ogni giorno le persone muoiono. La popolazione civile soffre”. In precedenza era già stato multato per aver “screditato” l’esercito.
7 NOVEMBRE, URALI MERIDIONALI (RUSSIA).
Un altro raid anti-migranti ha avuto luogo all’aeroporto internazionale Kurchatov di Chelyabinsk. La polizia ha controllato quasi 250 “nuovi” cittadini. Nel rapporto del servizio stampa del Ministero regionale degli affari interni si dice che “sono state notificate cartoline per la coscrizione“, ma il numero specifico viene taciuto. Queste azioni fanno parte di una campagna più ampia per costringere i migranti alla guerra.
Putin ha firmato una legge che priva della cittadinanza chi non si iscrive al servizio militare entro due settimane dal ricevimento del passaporto. Il Ministero degli Affari Interni è ora obbligato a trasferire i dati di coloro che hanno appena ricevuto la cittadinanza agli uffici di registrazione e arruolamento militare, in modo che gli uffici di registrazione e arruolamento militare possano registrarli immediatamente.
Nei mercati, negli ostelli e in altri luoghi in cui possono trovarsi i migranti, la polizia degli Urali meridionali effettua regolari raid. Le persone vengono poste a faccia in giù e poi le convocazioni vengono consegnate in massa. Queste misure sono diventate particolarmente dure dopo i pogrom di Korkino contro persone rom: in quei giorni la polizia ha riferito di aver notificato più di 70 convocazioni.
L’emissione di mandati di comparizione e la pressione su coloro che sono ricattati dalla protezione legale diventano uno strumento per colmare la carenza di carne da cannone sul fronte.
9 NOVEMBRE, (RUSSIA).
Un militare disertore, che ha parlato pubblicamente di esecuzioni e fughe nel suo reggimento, è stato arrestato e rimandato al fronte.
Alla fine di ottobre sui canali televisivi era apparso il messaggio di un soldato con lo pseudonimo “Sailor”, che parlava delle pratiche di ‘”azzeramento” nel 19 ° reggimento (unità militare 12322). Secondo lui, il comandante del reggimento avrebbe ordinato l’uccisione sommaria di sei dei suoi colleghi perché si sono rifiutati di combattere.
Dopo la diffusione del video, il soldato è stato arrestato a Omsk dalla polizia militare. Anche il filmato dell’arresto è apparso sui canali televisivi.
Secondo altri soldati del 19° reggimento, esiste un “gruppo di ricerca” del reggimento che cattura coloro che hanno lasciato l’unità senza permesso. Viene sparato ai piedi di coloro che si rifiutano di andare a combattere. I “refuseniks” e coloro che bevono vengono inviati a prelevare corpi dal campo di battaglia senza armature o elmetti. In inverno, questa categoria di militari, per ordine dei comandanti, è stata messa nuda in una fossa e bagnata con acqua fredda. Molti sono morti di congelamento e polmonite.
8 NOVEMBRE, KHARKOV (UCRAINA).
“Busificazione” (rapimento di uomini per mandarli al fronte).
11 NOVEMBRE, KHARKOV (UCRAINA).
La situazione è sempre la stessa. Un altro episodio di conflittualità tra residenti e reclutatori dell’esercito (TCR).
11 NOVEMBRE, (UCRAINA).
Questionari distribuiti dai rappresentanti dei Centri Territoriali di Reclutamento (TCR) negli istituti scolastici. Apparentemente sembra che si tratti di una raccolta dati per la quale tutti i ragazzi di 17 anni, compresi gli studenti delle scuole medie, devono essere iscritti nel registro militare. Gli elenchi di questi studenti devono essere presentati ai centri di reclutamento.
L’Ucraina è in fase di mobilitazione generale, quindi l’apparato statatale e militare deve sapere quanta carne da cannone ha potenzialmente a disposizione.
I questionari sono obbligatori, i dati vengono inseriti nel registro dei centri di reclutamento, come confermato su richiesta del “Centro per la prevenzione della disinformazione”.
12 NOVEMBRE, LUBLINO (POLONIA).
A dispetto delle recenti notizie circolate riguardo al fallimento della formazione della Legione ucraina in Polonia su base volontaria “per mancanza di aderenti“, il primo gruppo di ucraini residenti all’estero ha firmato contratti con le Forze armate dell’Ucraina. Lo riferisce il Ministero della Difesa ucraino. La procedura si è svolta presso gli uffici del Consolato Generale dell’Ucraina a Lublino, in Polonia, che ora sembra anche proporsi come centro di reclutamento per le Forze Armate ucraine.
Dalle notizie emerge che, subito dopo la cerimonia, i volontari si sono recati al campo di addestramento militare delle Forze armate polacche per sottoporsi all’addestramento di base che durerà 35 giorni, al termine dei quali i militari potranno proseguire la loro formazione con le unità speciali nelle basi NATO in Europa. L’addestramento sarà condotto sotto la guida di istruttori polacchi, ma le esercitazioni coinvolgeranno anche comandanti delle Forze armate ucraine.
Come riportato da Ukrinform, il 5 novembre il Consolato ha informato che circa 500 persone provenienti da 30 Paesi hanno fatto domanda per entrare nella Legione. La maggior parte di esse proviene da residenti in Polonia e nella Repubblica Ceca. È stato inoltre indicato che il 90% delle domande proveniva da uomini e il restante 10% da donne. I giovani sotto i 25 anni rappresentano circa la metà di tutte le persone che si sono iscritte alla Legione.
Nel luglio 2024, il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelenskyy e il Primo Ministro della Polonia Donald Tusk hanno firmato un accordo bilaterale di sicurezza tra i due Paesi. In particolare, il documento stabilisce un accordo sulla formazione e l’addestramento della Legione ucraina in Polonia.
Il Ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov ha invitato tutti gli ucraini in Europa ad unirsi alla Legione ucraina.
13 NOVEMBRE, NOVOSIBIRSK (RUSSIA).
“Guarda, qui c’è una rivolta.”
«Смотрите, здесь происходит бунт».
Alcuni soldati hanno organizzato, secondo le loro stesse parole e il video che hanno fatto circolare, una rivolta, distruggendo i locali dell’unità a cui erano sottoposti (n. 57849) prima di fuggire in almeno 12 dal villaggio di Kochenevo.
Il motivo della rivolta era che i comandanti volevano rimandarli al fronte.
Secondo la pubblicazione locale NGS “nell’unità 57849 erano state distaccate circa 30 persone provenienti da tutto il distretto militare centrale, che in precedenza avevano già lasciato le unità militari senza permesso“.