Disfare n.1 | per la lotta contro il mondo-guerra

È uscito il primo numero di “Disfare – per la lotta contro il mondo-guerra”.

Riceviamo e diffondiamo:

Per richiesta di copie: disfare@autistici.org

Scarica il pdf dell’anteprima: disfare_1_anteprima

 

Editoriale

Europa anno zero

Mentre, nello Studio Ovale della Casa Bianca, urla in faccia a Zelensky: «Vai in giro e costringi i coscritti in prima linea perché hai problemi di uomini», JD Vance non fa altro che svelare al mondo intero ciò che per tre anni è stato nascosto dalla propaganda di guerra atlantica, e che viene adesso rinfacciato – strumentalmente e non certo per motivazioni etiche – dal nuovo corso USA, di fronte ad una guerra evidentemente persa e ormai sfacciatamente scaricata sulla popolazione europea. Un’Europa la cui classe dirigente – riaffermando la difesa fino all’ultimo ucraino con la retorica della “pace giusta” – annuncia con patriottismo democratico scellerati piani di riarmo e deterrenza nucleare.

La guerra è l’orizzonte storico terribile del nostro tempo.

In Svezia e Norvegia vengono distribuiti opuscoli e si allargano i cimiteri per predisporre la popolazione all’eventualità di una guerra con la Russia; Von der Leyen dichiara di volere «la pace attraverso la forza»; Macron propone di estendere la force de frappe francese all’Europa; in Lombardia si dispone l’ampliamento delle scorte di iodio nell’eventualità di attacco nucleare; la NATO promuove la mobilitazione della società civile dei paesi alleati nell’Indopacifico per preparare un conflitto con la Cina; l’esercito italiano si prepara ad arruolare quarantamila soldati in più.

In un quadro di interdipendenza tecnologica e finanziaria fra Cina e Stati Uniti, con l’elezione di Trump viene alla luce lo scontro in atto da anni tra la fazione globalista e quella sovranista delle classi dirigenti occidentali. Per sommi capi, la prima è decisa a uno scontro diretto e a qualsiasi costo con la Russia, la seconda favorevole a un’intesa col Cremlino per puntare, nel giro di alcuni anni, direttamente contro la Cina, ma entrambe convergono su un punto preciso: il riarmo europeo (peraltro deciso e annunciato molto tempo prima del ritorno di re Donald). Un gioco di specchi e provocazioni che, mentre potrebbe sfociare da un giorno all’altro nell’annientamento nucleare dell’umanità intera, trasformerà l’Europa, se non in un cumulo di macerie radioattive, in una fortezza blindata e militarizzata, dominata da un’economia di guerra che assorbirà tutte le risorse e le energie sociali.

La guerra del nostro secolo è ibrida, totale, asimmetrica, civile. Il suo campo di battaglia è ovunque.

La guerra del XXI secolo è una guerra senza limiti, che assume forme varie e pervasive. Si snoda tra i flussi energetici, prende la forma di attentati e sabotaggi di Stato, incorpora pienamente il denaro, i mezzi di informazione e i social network. La centralità assunta dalla tecnologia e dallo sviluppo scientifico si riverbera in ogni ambito del conflitto guerreggiato, attraverso droni, applicazioni che coinvolgono la popolazione nei servizi di intelligence (ad esempio per segnalare le posizioni delle unità nemiche), così come con la rivoluzione dell’intelligenza artificiale nelle dottrine militari, che ha un peso e delle conseguenze paragonabili all’invenzione del nucleare. Se l’IA e le tecnologie digitali sono fondamentali per fare la guerra, la ricerca del primato su questi dispositivi alimenta la competizione su scala internazionale per il saccheggio di materie prime e la vampirizzazione energetica. Le ipotesi di “deterrenza batteriologica” e la valenza apertamente militare dei bio-laboratori fanno coincidere guerra guerreggiata e guerra al vivente.

Non per questo vengono meno forme “tradizionali” e sanguinose, riemergenti nei fronti di una guerra mondiale che per ora sarà anche «a pezzi», ma che si delinea sempre più chiaramente come prodotto della crisi dell’egemonia globale statunitense e contesa con i suoi sfidanti, in particolare la Cina. Sul fronte ucraino, la leva di massa e la guerra di posizione ci ricordano quanto avveniva durante la Prima Guerra Mondiale. Sul fronte mediorientale, dove per gli USA mantenere saldo il colonialismo d’insediamento israeliano – sorto come avamposto degli interessi occidentali – significa cercare di preservare il proprio predominio sulla regione, il genocidio sionista a Gaza e in Cisgiordania riporta all’attualità quanto avvenne durante la Seconda Guerra Mondiale. In nessun caso si tratta però di un ritorno del Novecento, bensì del reciproco alimentarsi di progresso tecnico e mobilitazione generale nella guerra totale del XXI secolo.

Il potenziamento della tecnica è oggi l’orizzonte centrale per le forze che si contendono il dominio del mondo.

Con un rovesciamento tra il concetto di mezzo e quello di fine, la tecnica guidata dalla scienza moderna si afferma secondo una propria logica. Il ruolo del sistema satellitare Starlink di Elon Musk – impostosi con la guerra in Ucraina – dà la misura di un protagonismo inedito delle multinazionali dell’high-tech, ma, come in altre fasi della rivoluzione industriale, non viene meno il ruolo dello Stato, che anzi assume una rinnovata centralità. Non è un caso che il Progetto Stargate della nuova amministrazione USA – 500 miliardi per lo sviluppo dell’IA – sia stato paragonato al Progetto Manhattan, quello che portò ai bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki.

La natura automatizzata del genocidio a Gaza appare come la sperimentazione sui “selvaggi delle colonie” di quello che rischia di accadere ai civilizzati stessi, allo stesso modo in cui il genocidio degli Herero in Namibia da parte del colonialismo tedesco (e l’insieme dei genocidi commessi dalle altre potenze coloniali) precedette e preparò l’attività dei campi di sterminio durante il nazismo. E mentre diventa sempre più chiaro come nell’organizzazione del mondo-guerra vi sia un’umanità eccedente di cui si può fare a meno e che va gestita o eliminata, si sta sdoganando l’idea che si possa fare a meno dell’umanità in quanto tale (come sostenuto apertamente da alcune correnti tecnocratiche tutt’altro che lontane dalle stanze dei bottoni).

La guerra è prima di tutto un fatto di politica interna – e il più atroce di tutti.

Così metteva in guardia Simone Weil, ventiquattrenne, nelle sue Riflessioni sulla guerra (1933), rispetto all’errore di considerare la guerra come un fatto di politica estera. Se i fatti drammatici a cui assistiamo ogni giorno in diretta streaming rischiano di apparirci distanti, la guerra è più vicina di quanto inconsciamente ci auguriamo.

A pochi passi da noi stanno infatti le sue molteplici basi materiali – dai centri decisionali alle fabbriche d’armi e munizioni, passando per snodi logistici che sono parti integranti della logistica militare e un sistema universitario che fa da laboratorio all’industria bellica –, sempre più nutrite da imponenti piani di riarmo. E nel mondo datificato e digitalizzato i confini fra civile e militare sono continuamente superati in entrambi i sensi: una app che oggi viene usata per profilarci come consumatori, pazienti sanitari o “cittadini digitali”, può servire, altrove come qui, per mettere al bando, arruolare, o eliminare una parte di umanità considerata nemica o inutile, mentre i dati che produciamo tutti i giorni sono direttamente al servizio della sorveglianza e degli eserciti.

Se è vero che la guerra parte da qui, è altrettanto vero che la guerra torna indietro. Ritorna come necessità di “pacificare” le retrovie, militarizzandole: la sperimentazione delle “Zone Rosse” dopo Capodanno, il tentativo di varare un codice da legge marziale col Pacchetto Sicurezza (firmato anche dal ministro della Difesa), l’estensione del “modello Caivano” ad altre periferie. Sul piano interno, sono numerose le conseguenze a cascata del conflitto tra gli Stati fatte pagare alle classi dominate – aumento delle bollette, precarizzazione ulteriore del lavoro, fine di quel che rimane del cosiddetto “Stato sociale” – giustificate dalle necessità del riarmo e della difesa nazionale e Europea, con l’utilizzo costante dell’emergenzialità e la militarizzazione delle emergenze. È ciò che abbiamo ampiamente vissuto durante il “periodo pandemico”, in cui la guerra al virus ha predisposto il terreno per la guerra attuale con la sperimentazione su larga scala di una mobilitazione generale.

La guerra totale è contemporaneamente guerra civile globale.

Le condizioni di questa guerra civile sono ampiamente in essere anche alle nostre latitudini, come più d’uno ha affermato già nel secolo scorso. Il venir meno di collanti ideologici, la conflittualità intestina allo Stato e pure alle classi frantumate, sono sintomi che la barbarie non è qualcosa di lontano, ma si dispiega anche all’interno delle mura erette dalla “civiltà” e dal “progresso”. Basti pensare a quanto accade nelle periferie come riflesso della “guerra tra poveri” – italiani contro stranieri, disoccupati contro lavoratori “del nero”, piccoli esercenti autorizzati contro abusivi, regolari contro clandestini, abitanti delle case popolari contro occupanti, cittadini contro rom, antagonisti contro “maranza”… Se poi ci spostiamo nel Regno Unito, vediamo tornare né più né meno che i pogrom (con migranti e islamici al posto degli ebrei e dei rom). Se le insurrezioni e le rivoluzioni moderne sono sempre delle guerre civili, i due termini non coincidono. Oggi siamo precisamente in presenza di una guerra civile ubiqua e orizzontale in assenza di guerra sociale.

Capita però che talvolta il conflitto si esprima verticalmente, come nelle sommosse di George Floyd e poi, con una composizione socialmente diversa, e per certi aspetti opposta, nell’assalto a Capitol Hill (USA, 2020 e 2021: prima proletari di tutti i colori contro padroni e istituzioni, e in particolare contro la polizia; poi una miscellanea di classi, ma tendenzialmente plebee e bianche, contro l’elezione di Biden); negli scontri dei popoli nativi contro il marco temporal dell’agroindustria (Brasile, 2023); nelle sommosse delle banlieues francesi (dal 2005 alle più recenti “rivolte di Nahel”) e, alle nostre latitudini, nelle accese manifestazioni antipoliziesche dopo l’assassinio di Ramy Elgaml a Milano da parte dei carabinieri.

I fenomeni di disintegrazione sociale rappresentano in ogni caso una minaccia per l’ordine costituito, a cui lo Stato risponde in maniera autoritaria, in modo del tutto trasversale alle  tassonomie di governo formali (democrazia vs. autocrazia), senza mediazioni se non quelle offerte dal progresso tecnico. Basti pensare alla digitalizzazione e biometrizzazione delle identità legali, tramite cui l’identità civile diventa indistinguibile da un dispositivo di sorveglianza automatizzato. Oggi il “cittadino” che si rivolta o non obbedisce è sempre più meccanicamente “messo al bando”.

Prendere atto della tendenza alla guerra non significa accettarne l’inevitabilità.

Nonostante la religione dell’ineluttabilità sia il motore del nostro tempo, alcuni segnali sembrano incrinarla. In Ucraina, dopo la sbornia nazionalista, il sostegno alla guerra ha lasciato il posto a forme di renitenza, diserzione e non-collaborazione di massa che pesano non poco sulle sorti di quel conflitto e lasciano intravedere un possibile crollo del fronte occidentale. Nel frattempo, il genocidio a Gaza ha alimentato un movimento globale vasto e articolato che, grazie ad alcune testarde minoranze, ha riscoperto forme d’azione diretta e ha portato l’intifada nei campus statunitensi, facendosi carico di dire il non-detto, cioè il fondamento bellico e genocida del capitalismo occidentale. L’estensione della guerra a tutti gli ambiti della società moltiplica le opportunità di ammutinamento e sabotaggio, offrendo alla variabile umana inedite occasioni di inceppare la macchina mortifera.

La propaganda di guerra – paradossalmente – ha avuto invece presa su alcune minoranze della minoranza antagonista, arrivate a esprimere sostegno a una sedicente, e inesistente, resistenza ucraina, e a esitare, nel contempo, a sostenere la resistenza palestinese, con la totale incapacità di distinguere tra un’ondata nazionalista fomentata e armata dalla NATO (e con autentici nazisti in prima fila, tra Parlamento, squadroni della morte, esercito, polizia, Guardia Nazionale) e una resistenza anticoloniale contro un colonialismo d’insediamento ancora in corso. Se i socialisti parlamentari di un tempo votarono i crediti di guerra, i loro ridicoli e corrotti eredi “progressisti”, dopo un secolo di collaborazionismo di classe, sostengono il piano di riarmo “ReArm Europe” e indicono piazze guerrafondaie “per la libertà”, volte unicamente a sostenere la prosecuzione del massacro in corso in Ucraina.

A centodieci anni dall’entrata in guerra dell’Italia nel Primo Massacro Mondiale e a ottant’anni dalla fine del Secondo sul suolo europeo, sono la storia dell’antimilitarismo rivoluzionario e ancor più quella di chi lo ha abbandonato abbracciando la causa della “guerra giusta” di turno a illuminare tragicamente la strada da percorrere. L’unico modo di sottrarsi a guerre fratricide è assumere la logica del disfattismo e le sue implicazioni, ovvero adoperarsi per la rovina della parte capitalista che ti vuole arruolare e intruppare, e l’unico modo per sottrarre il disfattismo dall’arruolamento da parte del campo capitalista avverso è la logica dell’internazionalismo: quella con la quale ogni sfruttato vede il proprio nemico nel padronato di casa propria, solidarizzando con i propri fratelli e sorelle dall’altro lato del fronte.

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Con questo sguardo sul mondo nasce disfare, bollettino periodico in parte dedicato ad affrontare nodi cruciali per interpretare il fosco orizzonte in cui agiamo, in parte a dare diffusione di testi contro la guerra totale, per lo più inediti in lingua italiana, provenienti dai vari fronti e retrovie del mondo e anche dal passato.

Il bollettino uscirà in quattro numeri annuali, un ritmo oltremodo lento per tenere il passo vertiginoso dell’attualità, ma che ci sembra – oltre che compatibile con le nostre energie – adatto al cristallizzarsi di un pensiero che provi ad avventurarsi oltre la superficie. Ci affidiamo a uno strumento cartaceo, senza escludere che possa essere affiancato da altri mezzi, convinti che nella dimensione digitale tutto sfreccia e poco o nulla si posa, rumore di fondo che non ha più importanza di qualsiasi altro rumore.

Di fronte all’accelerazione di eventi di portata storica che stiamo vivendo, ci sembra utile dotarci di una pubblicazione che possa fornire uno spazio di discussione e in cui possano dialogare fra loro esperienze di lotta e analisi, anche geograficamente lontane e magari divergenti tra di loro, con il desiderio che questo possa stimolare pensiero e azione. Per questo invitiamo chi ci legge a contribuire con testi, grafiche, segnalazioni, critiche, diffusione. Nella speranza che l’accelerazione di questi tempi bui non ci trovi del tutto impreparati.

 

 

marzo 2025.

9 MARZO, BUCAREST (ROMANIA).

Calin Georgescu non è stato ammesso alle elezioni presidenziali che si terranno in Romania a maggio. L’Ufficio Elettorale Centrale ha respinto il suo dossier, formalmente per la sua dichiarazione patrimoniale, che differisce in modo significativo da quella del novembre 2024. Georgescu potrà presentare ricorso. La non ammissione alle elezioni si inserisce in un filone già visto nell’ambito delle democrazie occidentali, volto alla neutralizzazione di leader populisti identificati come “antisistema”. Davanti alla sede dell’Ufficio Elettorale Centrale sono esplosi scontri tra sostenitori di Georgescu e polizia in antisommossa. I manifestanti hanno sfondato le recinzioni e ribaltato un camioncino della rete televisiva DIGI.

1 MARZO, VENEZIA (ITALIA).

Riceviamo e diffondiamo, a proposito del corteo contro la guerra in epoca di carnevale. “Ancora in piazza al fianco del popolo palestinese, anche se l’attenzione cala, la kefiah passa di moda, e i colori palestinesi lasciano il posto ad altre casacche… Il genocidio non è finito, si è “geograficamente spostato”, ma l’infamia in atto continua; (…) Ancora in piazza contro il conflitto in Ucraina, che in tre anni di guerra per gli interessi delle borghesie occidentali, da decenni impegnate per espandersi ad est a danno della Russia (Donbass ed EuroMaiden), ha dimostrato come lo scontro tra poli imperialisti miete vittime tra i proletari russi e ucraini, scaricando i costi economici della guerra sulla classe oppressa europea. Ancora in piazza per ricordare che alla guerra capitalistica si può rispondere solo con la diserzione (…)”. Testo integrale QUI.

9 MARZO, LECCO (ITALIA).

Contributo dei compagni di Assembly alla giornata di discussione contro la reintroduzione della leva obbligatoria in Europa, per il disfattismo anarchico. “In generale, possiamo dire che nulla è cambiato rispetto alla mobilitazione e agli atti di diserzione e rivolta rispetto all’anno scorso, tranne che le persone in strada sono ora un po’ più attive nel combattere i cacciatori di teste, e il desiderio di vendicarsi di coloro che li hanno spinti ad arruolarsi nell’esercito è aumentato tra i militari. Alla fine di febbraio, c’è stato un caso del genere a Voznesensk, nel sud dell’Ucraina: un militare che aveva abbandonato senza autorizzazione l’unità (SZCh), ubriaco, ha lanciato una granata F-1 sul terreno del centro di arruolamento a causa di una lite con la moglie e di una “percezione negativa delle loro attività” (l’esplosione ha messo fuori uso due auto di servizio, l’uomo è stato preso in custodia senza che fosse determinato l’importo della cauzione e ha ammesso la sua colpevolezza). Possiamo dire che la popolazione oggi non è più una mandria di sofferenti plagiati e che il regime sta iniziando a sentire la terra bruciare sotto i piedi? Sì, possiamo, ma con molta cautela, quasi come affermare che i coccodrilli stanno volando. Il pubblico, stanco della guerra, preferisce affidarsi a Trump e Musk, dimostrando la stessa mentalità coloniale dei Maidanisti da loro odiati: “finalmente è arrivato un buon padrone d’oltremare invece di uno cattivo, risolverà tutti i nostri problemi per noi e ci salverà dall’oppressione della banda verde [Zelensky e i suoi accoliti]. E finché le forze speciali americane non arriveranno a prendere d’assalto l’ufficio presidenziale, dovremmo nasconderci, sederci e aspettare“. Noi ne abbiamo scritto una settimana fa: “Per la generazione precedente, intrappolata nelle trincee del tritacarne “di posizione”, tre anni dal momento in cui era iniziata la guerra erano stati sufficienti per realizzare la Rivoluzione di febbraio attraverso uno sciopero generale e la presa della capitale da parte dei soldati ribelli, nonché per scuotere la sedia sotto Kerenskij, che chiedeva di continuare a combattere. Né la mancanza di Internet, né l’analfabetismo della maggioranza della popolazione, né il sostegno alla continuazione della guerra da parte degli alleati dell’Intesa hanno impedito questi eventi. Senza andare in un passato così lontano, a gennaio di quest’anno c’è stato il terzo anniversario della rivolta della classe operaia del Kazakistan, annegata nel sangue dalle forze di sicurezza locali con il supporto dell’esercito russo e su richiesta del capitale occidentale. Per molti versi, è stato un esempio di come non agire, ma questo è il suo valore: come primo tentativo di rivoluzione sociale nei paesi post-sovietici . Qualcuno è interessato a studiare questa esperienza? Nessuna unione di massa per difendere anche i più basilari diritti umani nella Repubblica Antipopolare dell’Invincibilitistan si è ancora osservata, e poche persone vogliono anche solo discuterne al momento. Il paziente è più morto che vivo”. Naturalmente, possiamo anche aggiungere che un mese fa il primo agente di arruolamento è stato ucciso nella regione di Poltava. Sebbene non abbia cambiato nulla, forse i cacciatori di teste hanno iniziato a operare un po’ più attentamente.”

14 MARZO, TORINO (ITALIA).

“Life Not War” è la scritta dipinta sulla ciminiera all’interno del quartier generale di Leonardo Spa, in corso Francia a Torino. Protesta degli attivisti di extinction rebellion a pochi giorni dall’approvazione del piano ReArm Europe proposto dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen per investire nella difesa e riarmare l’Europa.

 

15 MARZO, TRENTO (ITALIA).

Contro le piazze guerrafondaie “per la libertà” lanciate dai sinistri, segnaliamo: “Questo sabato 15 marzo ci sarà anche a Trento una “piazza per il riarmo europeo”, convocata dal giornale “Il Dolomiti”. Vi prenderà parte – tra gli altri politicanti – anche l’immondo sindaco Ianeselli (PD), già responsabile della devastazione ad alta velocità di Trento e dintorni. Chi odia le guerre dei padroni e non intende pagarle con decenni di lacrime e sangue è chiamato a scendere in piazza”.

14 MARZO, ODESSA (UCRAINA).

Uno dei principali esponenti dell’estrema destra ucraina e delle sue squadracce, Demian Hanul, è stato assassinato a colpi di pistola. Il sospettato, al momento detenuto, è un disertore dell’esercito. “Il 23 febbraio 2025 il sospettato era stato messo nella lista dei ricercati come persona che ha arbitrariamente abbandonato l’unità militare“, ha dichiarato il capo della polizia ucraina.

FEBBRAIO, (RUSSIA).

Gli Yupik, anche conosciuti come Eschimesi, sono una popolazione nativa nell’estremo est della Russia, già colonizzata e oggi ulteriormente decimata dalla guerra in Ucraina. Le comunità erano già in pericolo per la competizione intorno alle preziose risorse naturali e per la crescente militarizzazione dell’Artico che coinvolge Stati Uniti, Cina e Russia. Le abilità nella caccia dagli uomini li hanno resi allettanti per la macchina da guerra e un numero proporzionalmente significativo è stato costretto a combattere in Ucraina. “Ci sono probabilmente 20 ragazzi del mio villaggio che combattono per la Russia, e cinque sono morti finora“, ha dichiarato un membro di una comunità intervistato da Metro. “Ci siamo trovati a vivere in insediamenti trattati come una superficie per attività nucleari e altre attività militari e per l’estrazione di risorse naturali“.

febbraio 2025.

3 FEBBRAIO, (USA/EUROPA).

La predazione del sottosuolo in Ucraina (il cd. “scudo ucraino”) e la guerra delle materie prime. Trump: “Terre rare ucraine in cambio degli aiuti USA alla difesa“. Scholz: “Egoistico, le terre rare vengano usate per la ricostruzione dell’Ucraina“. Le terre rare, 17 elementi chimici fondamentali per lo sviluppo del capitalismo digitale e green. Dal nucleare “pulito” ai pannelli fotovoltaici, dall’industria militare alla diagnostica medica, dalle auto elettriche all’aerospazio, passando per la produzione di batterie, smartphones, microchip.

8 FEBBRAIO, CATANIA (ITALIA).

E’ nella continuità tra pace capitalista e guerra guerreggiata che va compresa l’importanza di difendere la possibilità dell’umano gesto di rifiuto. La guerra è qui ed è ovunque, non solo perchè il treno o la nave di passaggio nei luoghi in cui viviamo possono trasportare merci tra cui armi e munizioni, la ricerca scientifica che si produce in Università è al servizio della guerra, ma anche perchè un dispositivo funzionale a profilarci in quanto “consumatori” o “cittadini”, può servire a sorvegliarci e, all’occorrenza, metterci al bando o puntarci addosso un missile. Il rifiuto popolare della guerra, tuttavia, è grande, la forza sta nelle mani e nel cuore di ciascuno di noi. Per questo gli Stati cercano di serrare i ranghi della popolazione. Prendendo esempio dalle decine di migliaia di atti di diserzione e rivolta che avvengono sul fronte della guerra in Ucraina, che cosa può significare disertare qui, nelle retrovie, tra noi che non siamo direttamente chiamati alle armi ?

 

11 FEBBRAIO, KRYVYJ RIH (UCRAINA).

A Kryvyj Rih, storico polo dell’industria del ferro e città natale di Zelensky, la popolazione rimasta senza riscaldamento da novembre è scesa in piazza per protestare. Inizialmente circa 130 mila residenti, scuole e ospedali, erano rimasti senza riscaldamento. Oggi circa 600 case rimangono senza riscaldamento. La gente ha bloccato una strada nel quartiere storico di Kres, chiedendo un incontro con il direttore dell’ente gestore del gas. Molti commentatori informati in questi mesi hanno sostenuto che molte città in Ucraina sono a rischio crollo del sistema di riscaldamento. “C’erano problemi con il riscaldamento prima. Ma quest’anno hanno deciso di non fare nulla. Hanno dissotterrato le tubature in estate e non hanno fatto nulla. La Naftogaz non ha stanziato fondi, le autorità locali si sono ritirate” ha affermato alla BBC il presidente dell’Unione dei consumatori dei servizi pubblici, Oleg Popenko.

13 FEBBRAIO, RETE.

Gli hackers di 3AM rivendicano di aver colpito l’azienda capofila dell’industria di guerra italiana, a controllo pubblico, Leonardo Spa, tramite attacco ransomware a due suoi fornitori: Cae (gigante canadese del settore aerospaziale) e Rotorsim (joint venture tra Cae e Leonardo). Non è ancora chiaro quali dati aziendali siano stati hackerati.

13 FEBBRAIO, SAN PIETROBURGO (RUSSIA).

Sulla recinzione vicino alla chiesa Spaso-Konyushennaya è apparsa una scritta contro la guerra: “Non voglio abituarmi alla guerra”.

19 FEBBRAIO, (RUSSIA).
Recentemente ameno 63 persone provenienti dal continente africano sono state inviate al fronte dalla regione di Pskov, di cui 12 oggi. Non è la prima volta che i migranti vengono reclutati per rimpinguare le unità militari. In cambio di un contratto con il Ministero della Difesa, viene loro promesso un iter accelerato per ottenere la cittadinanza russa. Alcuni stranieri vengono reclutati sotto le mentite spoglie di un contratto di lavoro o di servizio in strutture di sicurezza. Dopo aver firmato il contratto, vengono mandati al fronte. Sono noti casi di reclutamento di migranti provenienti da India, Nepal, Iraq, Zambia e Cuba.
20 FEBBRAIO, KIEV (UCRAINA).
Presso l’ambasciata statunitense a Kiev è in corso una protesta – probabilmente in cambio di soldi, affermano i nostri contatti locali – contro il potente capo del gabinetto presidenziale ucraino, Andriy Yermak, noto come “Cardinale verde” di Kiev. I manifestanti, sventolando bandiere statunitensi, si sono rivolti al Presidente e al Segretario di Stato USA chiedendo loro di non avviare alcuna trattativa con Yermak. “L’Ucraina sta precipitando nell’abisso e Andriy Yermak è al timone. Mentre l’esercito combatte e la popolazione sopravvive, Yermak e il suo seguito si arricchiscono. È ora di porre fine a tutto questo!” Aggiornamento: i manifestanti sarebbero stati tutti arrestati. Questa protesta avviene in concomitanza con le ultime dichiarazioni di Trump dall’Air Force One: “È ora che l’Ucraina indica elezioni. E vogliamo sapere dove sono finiti i soldi che abbiamo mandato.
20 FEBBRAIO, TORINO (ITALIA).
Studenti occupano il Politecnico “contro i signori della guerra” in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico in cui è prevista la presenza del Ministro Tajani. Nel contesto di guerra, si legge nel testo fatto girare dagli studenti, “il Politecnico rappresenta la punta di diamante, la sua centralità strategica si manifesta attraverso la stretta collaborazione con aziende come Leonardo che traggono spropositati guadagni grazie alle guerre che stanno insanguinando ogni angolo della terra”. La presenza di Tajani è prevista per la mattina di venerdì 21 febbraio alle 9. Al momento tutti gli ingressi del Politecnico sono militarizzati, mentre gli studenti che hanno passato la notte nell’ateneo stanno bloccando gli accessi all’Aula Magna.
15 FEBBRAIO, SAVONA (ITALIA).
C’è stato un attentato terroristico di Stato in Liguria e non ce ne siamo accorti. La notizia continua a passare in sordina. A poche centinaia di metri dal porto di Vado Ligure (Savona), la petroliera “Seajewel” battente bandiera maltese è stata colpita da una doppia esplosione che ha causato una grossa falla. La petroliera non è saltata in aria né ci sono state fuoriuscite di petrolio in mare, ma l’attacco si configura come un “avvertimento” di Stato a dir poco inquietante. La questione riguarda l’ormeggio della “flotta fantasma” russa. Difficile non rilevare la sorta di rivendicazione dell’attentato pubblicata sull’Ukrainska Pravda il 17 febbraio: “Ship violating sanctions by transporting Russian oil to Europe struck by explosion in Italy”. Se le bombe su una petroliera con capacità di carico superiore alle 100mila tonnellate, a poca distanza dalla costa, avessero squarciato la chiglia come nell’intento di chi le ha posizionate, le conseguenze sarebbero state devastanti.
26 FEBBRAIO, BUCAREST (ROMANIA).
Il candidato alla presidenza Călin Georgescu è stato arrestato mentre andava a ricandidarsi. Il 6 dicembre la Corte Costituzionale rumena aveva infatti annullato le elezioni vinte da Georgescu. I rapporti dell’intelligence sostenevano che la sua campagna elettorale su TikTok portasse i segni di una “interferenza russa”. Tuttavia, l’Agenzia nazionale per l’amministrazione fiscale della Romania (ANAF) ha successivamente rivelato che la campagna fosse finanziata dal Partito nazionale liberale (PNL) filo-europeo. Politico di estrema destra, Georgescu definisce “eroi” l’ex dittatore filo-nazista rumeno Ion Antonescu e Zelea Codreanu, fondatore della razzista e antisemita Guardia di ferro. Georgescu gode di molta popolarità tra le masse che vedono nell’Unione Europea un nemico. E’ apprezzato anche dall’amministrazione Trump, tanto che il vicepresidente USA, JD Vance, nei giorni scorsi ha dichiarato che la Romania non può avere “valori comuni” con Washington “se si annullano le elezioni perché non ci piace il risultato”. L’annullamento delle elezioni si inserisce in un filone già visto nell’ambito delle democrazie occidentali, volto alla neutralizzazione di leader populisti identificati come “antisistema”. I capi d’accusa nei confronti di Georgescu sono almeno sei. L’uomo è stato interrogato per quattro ore prima di essere rilasciato e posto sotto controllo giudiziario per 60 giorni (non potrà lasciare il paese) . A Bucarest si è radunata una grande folla, che lo ha atteso fino alla sua ricomparsa.

FEBBRAIO, (USA-UCRAINA).
Elemento centrale nella rissa andata in scena nello studio ovale, la diserzione, fattore determinante nel crollo del fronte occidentale.Vai in giro e costringi i coscritti in prima linea perché hai problemi di uomini” si sente JD Vance dire, strumentalmente e non certo per preoccupazioni etiche, a Zelensky. Questa la situazione in Ucraina nelle ultime settimane, tra rastrellamenti in strada e resistenza, nel video postato da un noto blogger liberal della sinistra ucraina, emigrato.
26 FEBBRAIO, MARSIGLIA (FRANCIA).
Residenti del 15° e 16° arrondissement di Marsiglia si sono mobilitati contro il progetto del colosso britannico Segro, che vuole costruire una piattaforma logistica e un datacenter in una zona già oggetto di numerosi interessi logistici, dal porto all’autostrada. A Marsiglia la proliferazione di datacenter – oggetto fondamentale per alimentare il mondo-guerra in cui viviamo – è legata al fatto che sedici cavi sottomarini intercontinentali arrivano oggi in questa città, collegando l’Europa all’Asia, al Medio Oriente, all’Africa e agli Stati Uniti. Sono questi cavi intercontinentali che consentono alle informazioni digitali, al Cloud, all’Intelligenza Artificiale di funzionare. In Italia è l’area di Milano ad essere ormai satura di datacenter, tanto che oggi è Torino a veder aumentare l’interesse per nuovi investimenti, oltre ai 10 datacenter già presenti in città.

gennaio 2025.

GENNAIO 2025, (UCRAINA).

Le donne in prima linea nell’opposizione alla mobilitazione forzata in Ucraina.

Una delle principali forze in Ucraina, che oggi si oppone alla tirannia dell’esercito e della polizia in Ucraina, sono le donne. Le donne spesso cercano di combattere i membri del personale militare che cercano di rapire con la forza gli uomini per strada per mobilitarli e mandarli in prima linea. Non c’è un movimento organizzato di donne contro la guerra in Ucraina oggi, perché chiunque si opponga alla guerra è perseguitato e qualificato come traditore della patria. [come in Russia del resto… Ndt] Le donne ucraine sono anche tradite dal movimento femminista ucraino, diventato collaborazionista del militarismo, del nazionalismo e dell’autoritarismo ucraino.

Ecco alcuni video di questa resistenza antimilitarista, per la maggior parte filmati dalle partecipanti stesse.

Tutti questi video circolano attivamente sui social network ucraini, ma non sono pubblicati sui social network “mainstream” ucraini o occidentali. La redazione della pubblicazione antimilitarista “Dezertér”, edita in Repubblica Ceca, chiede di condividerli. (…) Guerra ai palazzi, pace alle case di paglia!”

5 GENNAIO, KIEV (UCRAINA).

In piazza Maidan a Kiev, un ragazzo ha cercato di bruciare le bandiere poste in memoria dei soldati caduti. Le ha bagnate con una molotov, ma non hanno preso fuoco. Lui stesso ha pubblicato il video su un social network con la sua faccia e le motivazioni dietro la sua azione. “È meglio lasciare che bruci la bandiera che l’intero Paese”, dice e parla di come “Maidan e le elezioni non ci salveranno”. La polizia ha dichiarato che sta cercando l’incendiario.

11 GENNAIO 2025, (UCRAINA).

Sinergie rafforzate tra lo Stato italiano e quello ucraino. L’11 gennaio si è tenuto un vertice tra il viceministro della difesa dell’Ucraina, il generale Anatoliy Klochko, ed una delegazione dell’Agenzia Industrie Difesa (AID), l’ente di diritto pubblico sotto il controllo del Ministero della Difesa italiano.

Le forze armate ucraine puntano ad utilizzare i proventi dei beni russi congelati dall’Unione europea per acquisire nuovi sistemi di “difesa aerea” prodotti dal complesso scientifico-militare-industriale italiano.

12 GENNAIO, (USA).

Parlando domenica alla rete statunitense ABC News, Mike Waltz, futuro consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, ha dato un quadro più chiaro del “piano di pace” della nuova amministrazione rispetto all’Ucraina.

Per “stabilizzare la prima linea” in Ucraina, secondo la futura amministrazione statunitense dovrebbero essere sacrificati più giovani ucraini.

Un’altra cosa da affrontare è la stabilizzazione sul campo di battaglia. E’ una delle cose che chiederemo agli ucraini è che hanno problemi di reclutamento. La loro età di leva ora è di 26 anni, non 18, non credo che molte persone se ne rendano conto. [Abbassando l’età della mobilitazione] possono generare centinaia di migliaia di nuovi soldati“. Ha aggiunto che la squadra di Trump ha sentito parlare del basso morale dei soldati e dei problemi al fronte. “Ascolta, se gli ucraini chiedono al mondo intero di fare di tutto per la democrazia, abbiamo bisogno che lo facciano“, ha riassunto, ribadendo così la sacrificabilità della popolazione ucraina più povera in questa guerra per procura.

15 GENNAIO, EKATERINBURG (RUSSIA).

A Ekaterinburg un grosso striscione pubblicitario dell’Esercito è stato affisso sulla facciata di un edificio residenziale. In lettere giganti viene promesso per “il primo anno di attività un compenso da 5 milioni di rubli”. Simili striscioni compaiono sempre più spesso nelle zone residenziali in Russia, trasformando le case in piattaforme per la propaganda militare. Un altro tentativo di reclutare le persone con la promessa di grandi somme di denaro.

16 GENNAIO, (RUSSIA).

Putin ha firmato un decreto che richiama i riservisti per l’addestramento militare nel 2025.

Sulla base di questo documento, il dipartimento per la mobilitazione del Ministero della Difesa invierà una direttiva agli uffici regionali per la registrazione e l’arruolamento militare. Successivamente inizierà l’invio dei mandati di comparizione. E’ importante sapere che se non si risponde alla convocazione per l’addestramento, non esiste alcuna responsabilità penale, al massimo può essere inflitta una multa.

Invece se si risponde alla convocazione, durante l’addestramento si diventa a tutti gli effetti militari, il che significa che si è soggetti a responsabilità penale per crimini militari. Dopo una chiamata ufficiale per l’addestramento, si può essere ritenuti responsabili anche ai sensi degli articoli per abbandono non autorizzato di un’unità (articolo 337) o diserzione (art. 338 del codice penale della Federazione Russa).

16 GENNAIO, TRANSCARPAZIA (UCRAINA).

Protesta di una comunità rom contro i reclutatori dell’esercito (TCR) e la polizia.

17 GENNAIO, NERVIANO (ITALIA).

In un freddo e tardo pomeriggio di venerdì 17 gennaio ci siamo avvicinati il più possibile alla sede di Leonardo spa Divisione Elettronica di Nerviano (Milano) per ricordare a tutte e tutti che anche – e soprattutto – alle nostre latitudini si producono strumenti di guerra. Un po’ di vernice, qualche striscione, qualche volantino. Un piccolo segnale, da cui però partiamo. NO ALLA GUERRA“.

18 GENNAIO, GENOVA (ITALIA).

17 GENNAIO, NERVIANO (ITALIA).

In un freddo e tardo pomeriggio di venerdì 17 gennaio ci siamo avvicinati il più possibile alla sede di Leonardo spa Divisione Elettronica di Nerviano (Milano) per ricordare a tutte e tutti che anche – e soprattutto – alle nostre latitudini si producono strumenti di guerra. Un po’ di vernice, qualche striscione, qualche volantino. Un piccolo segnale, da cui però partiamo. NO ALLA GUERRA“.

21 GENNAIO, PINEROLO (ITALIA).

L’istituto superiore “A.Prever” di Pinerolo anche quest’anno organizza il Salone delle Forze Armate, dell’Ordine e del volontariato rivolto alle classe quinte, che svolgerà il 21 gennaio 2025. Interverranno rappresentanti dell’Esercito, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, etc. L’obiettivo dichiarato nella circolare della Dirigezione scolastica è di “orientare e far conoscere ai futuri maturandi del pinerolese i percorsi formativi, anche universitari, e le attività delle forze armate e dell’ordine.” Come era successo lo scorso anno, qualcuno non ci sta. “Opponiamoci alla militarizzazione della società! Opponiamoci alla presenza delle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine nelle scuole e nella società! No alla cultura militare e della repressione! Ci incontriamo per un volantinaggio informativo martedì 21 gennaio 2025 a partire dalle ore 8:00 davanti all’entrata dell’istituto superiore A.Prever, Via Carlo Merlo, 2 – Pinerolo (TO)

25 GENNAIO, PINEROLO (ITALIA).
10 GENNAIO, (UCRAINA).
La polizia ucraina sta conducendo arresti su larga scala contro i “passeurs” che facilitano la fuga attraverso il confine di uomini renitenti. Più di 600 perquisizioni si sono svolte in tutto il paese il 10 gennaio. Qui il video di propaganda statale.
GENNAIO 2025, LOMBARDIA (ITALIA).
A proposito di cultura di guerra, patriottismo e mistificazione della memoria nelle scuole e nelle università, segnaliamo l’uscita di un bando in Lombardia per la XVII edizione del concorso scolastico rivolto a studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado: “Il sacrificio degli italiani della Venezia Giulia e della Dalmazia: mantenere la memoria, rispettare la verità, impegnarsi per garantire i diritti dei popoli“. Il Consiglio regionale della Lombardia, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Alpini, bandisce anche per la III edizione due concorsi, per studenti delle scuole secondarie e universitari, dal titolo: “I valori degli Alpini per i giovani e la cultura del “fare”: memoria, protezione civile, campi scuola, spirito di servizio, amore per la Patria e per la pace”.
21 GENNAIO, ROMA (ITALIA).
Il Senato italiano ha approvato la risoluzione della maggioranza per la proroga fino al 31 dicembre del 2025 dell’invio di mezzi e armi all’Ucraina. Il testo è passato con 96 voti a favore, 26 contrari e 40 astenuti. Il contenuto dell’undicesimo pacchetto di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’Ucraina rimarrà secretato così come avvenuto per i precedenti. Sfoderando ancora una volta la retorica della “guerra giusta”, il Ministro della Difesa Crosetto ha dichiarato: “A nessuno di noi piace la guerra. (…) Quello che portiamo in Parlamento è un modo per aiutare l’Ucraina a difendersi, non un modo per aiutare la guerra a proseguire“. Si conferma il ruolo guerrafondaio del PD, che nella risoluzione presentata al governo non cita interruzioni né alcuna riduzione delle forniture di armi, ma anzi ribadisce la necessità di rispettare gli impegni con l’Ue e con la Nato. Il testo passa ora alla Camera.
2024-2025, (UCRAINA).
La guerra in Ucraina come fabbrica di dati militari. Oltre alla dimensione di poligono sperimentale e di vetrina commerciale per il settore bellico, grazie a un’inchiesta di Reuters emerge una nuova funzione della guerra in Ucraina: la produzione di dati militari per alimentare le AI che guidano i sistemi d’arma autonomi. QUI un estratto della puntata di “Bello Come Una Prigione Che Brucia” andata in onda su Radio Blackout il 20.01.25.
25 GENNAIO, TRENTO (ITALIA).
27 GENNAIO, TORINO (ITALIA).
Riceviamo e diffondiamo. “Sulla Mole e sui palazzi limitrofi sono comparse alcune scritte: AGGIORNIAMO LA MEMORIA – IL GENOCIDIO È ORA – PALESTINA LIBERA CONTRO LA GUERRA E LO STATO DI POLIZIA – NO DDL SICUREZZA – NO ZONE ROSSE”
31 GENNAIO, NAPOLI (ITALIA).
“Offuscare gli occhi della Macchina: guerra, Stato biometrico, diserzione” Discussione aperta con: redattori della Rivista anarchica Lahar, Happy Hour (Radio Blackout) e Carognavirus (Radio Neanderthal).
GENNAIO, SELIDOVO (RUSSIA).
8 ex detenuti reclutati nell’esercito russo hanno disertato il 1437° reggimento. Nello stesso reggimento, un comandante è stato accoltellato. “In breve, abbiamo alcuni ex detenuti disertori qui. Si stanno nascondendo. Vogliono assaltare qualcosa, prendere una macchina e venire a Selidovo. Quindi la situazione è piuttosto seria.”

27 GENNAIO, TORINO (ITALIA).

Anche a Torino, le zone rosse. Già allontanate almeno 8 persone nei primi due giorni.

31 GENNAIO, RIVNE (UCRAINA).

Blocco stradale nella regione di Rivne. La gente chiede di ripristinare le strade di confine che sono state bloccate o distrutte dalle Guardie di frontiera.

GENNAIO, (UCRAINA).

Di recente, il Comitato per la sicurezza nazionale della Verkhovna Rada ha annunciato che sta valutando l’aumento delle pene per SZCh (abbandono non autorizzato dell’Unità militare). E’ stata lanciata una campagna chiamata “Torna al fronte, stai lontano dalle accuse penali”. Di fronte a diserzioni massicce, lo Stato ucraino ha approvato una legge entrata in vigore nel Novembre 2024 che prevede la depenalizzazione per i soldati che abbiano lasciato l’unità una prima volta e siano però rientrati prima del primo gennaio, termine poi prorogato fino al 1° marzo . Queste continue manipolazioni legislative dimostrano che la “carota” della depenalizzazione volta a richiamare volontariamente le persone nell’esercito è fallita completamente. Secondo il giornale “Mirror of the Week” solo 7.000 soldati su 200.000 sarebbero rientrati nelle loro unità.

FEBBRAIO, CATANIA (ITALIA).

dicembre 2024.

2 DICEMBRE, ROMA (ITALIA).

Ore 10 Presidio davanti all’Ambasciata ucraina di Roma

via Monte Pramaggiore 13

A novembre eravamo davanti al Consolato ucraino di Milano, il 2 dicembre saremo davanti all’Ambasciata ucraina di Roma per ribadire che rifiutarsi di combattere non solo è giusto, ma è l’unico modo per evitare un disastro globale per l’umanità intera. Contro le frontiere chiuse per impedire la fuga di chi si ribella, dalla parte di chi si rifiuta di morire per la patria e di chi cerca di ostacolare la macchina della guerra ovunque, in Ucraina, in Italia, come nel resto dell’Europa e del mondo.

3 DICEMBRE, ODESSA (UCRAINA).

Uso incrociato di spray in un ennesimo conflitto in strada tra un reclutatore dell’esercito e un uomo.

4 DICEMBRE, (ITALIA).
La stampa occidentale non può più tacere. Si continua a parlare in modo crescente dell’ipotesi di crollo del fronte, salvo che il conflitto venga “congelato”.
In questo articolo dai toni sorprendentemente disfattisti vengono ripresi gli scritti di Assembly, per affermare che «la fuga del personale delle Forze Armate ha ormai assunto il carattere di una valanga». (…) Lo scorso mese, su un grattacielo alla periferia di Kharkiv, in Ucraina orientale, è improvvisamente comparso uno strano slogan: «I fucili – diceva – puntateli contro coloro che ve li hanno messi in mano». La frase, dal gradevole retrogusto eversivo, sarebbe certamente piaciuta agli ex soldati russi Vyacheslav Trutnev e Dmitry Ostrovsky, che dopo aver disertato dall’esercito di Putin, a inizio ottobre, hanno scritto e diffuso via social la seguente canzone rap: «Me ne frego se mi chiamano traditore/ non ho perso la mia dignità/ Aiutiamo le nostre madri/ mettiamolo in culo ai nostri comandanti».

14 DICEMBRE, (UCRAINA).

Il corrispondente militare ucraino Yury Butusov sui dettagli dello “scandalo” nella 155ª Brigata “Anna di Kiev”, addestrata in Francia, il cui comando è stato recentemente rimosso. Lo scandalo è iniziato dopo che l’esercito russo ha sfondato a sud di Pokrovsk. Secondo Butusov, il comando ucraino ha deciso di rimpolpare la brigata con persone reclutate con la forza e senza alcuna formazione adeguata.

“Diverse migliaia di persone sono state arruolate nella brigata letteralmente dalla strada, i cosiddetti “busificati” (gli uomini rapiti in strada dall’esercito con bus e minivan). Queste persone sono state vestite in uniforme ed è stato dichiarato che si trattava di una brigata a tutti gli effetti”. Butusov ha specificato che più di mille persone sono diventate SZCh (“chi abbandona la propria unità senza autorizzazione”).

La responsabilità per quello che è accaduto con questi “busificati” è stata attribuita al comandante della brigata, che è stato rimosso”, ha aggiunto.

16 DICEMBRE, ODESSA (UCRAINA).

Un gruppo di donne attacca i poliziotti contro la mobilitazione alla guerra al mercato Privoz di Odessa. Dichiarazioni ufficiali affermano che la polizia ha fermato un’auto Ford per un controllo e ha scoperto che l’autista era ricercato ai sensi dell’articolo 408 del Codice penale (diserzione).

L’uomo si è comportato in modo aggressivo: ha urlato, ha resistito agli agenti di pattuglia e ha cercato di scappare. Gli ispettori, in conformità con la legge, hanno informato l’autista dell’arresto e hanno usato manette e forza fisica contro di lui per garantire la sicurezza. Durante l’arresto, diverse donne hanno ostacolato il lavoro della polizia. Gli ispettori hanno cercato di spiegare loro la legalità delle loro azioni e di avvertirle delle conseguenze dell’ostruzione, ma il loro richiamo all’ordine non ha avuto effetto“.

16 DICEMBRE, (ITALIA).

In onda su Radio Blackout la puntata_zero di Happy Hour. Pillole sintetiche dal mondo-guerra.

La guerra-informe e il rifiuto radicale.

Cercare di fissare la forma della guerra è oggi evidentemente impossibile, non perchè la guerra sia sparita, benchè nei termini del Diritto ne si nasconda il nome pur affermandone l’incontestabile giustizia. Al contrario, all’interno di un regime di emergenzialità permanente, è proprio una “guerra-informe” a svelarsi sempre più sfacciatamente ai nostri occhi come ubiqua, fondamento e orizzonte dei complessi scientifici-militari-industriali capitalisti in cui viviamo, tanto nei termini di guerra militare, quanto in quelli di guerra civile.

Quali sono i cambiamenti sopraggiunti tra gli anni Novanta, in cui si affermò una nuova grammatica dello ius bellum, e l’attuale situazione in cui la guerra militare di certo non è occultata, mentre la guerra civile si manifesta anche dentro alle mura erette dalla culla della civiltà e del progresso? Qual è il significato profondo della “dottrina della deterrenza nucleare”? E che cosa può significare oggi disertare?

17 DICEMBRE, MOSCA (RUSSIA).

Il generale russo Igor Kirillov, comandante delle truppe di difesa nucleare, chimica e biologica delle Forze armate, è stato ucciso in un attentato a Mosca, insieme al suo assistente. Lo riporta la Tass. A ucciderli è stata l’esplosione di un ordigno piazzato in un monopattino elettrico in viale Ryazansky, nel sudest della capitale russa.

I servizi di sicurezza ucraini hanno rivendicato la responsabilità della sua morte. Il Comitato investigativo russo ha denunciato il fatto come “terrorismo”. E il vicepresidente del Consiglio di sicurezza, Dmitrij Medvedev, ha minacciato un’imminente vendetta.

18 DICEMBRE, TORINO (ITALIA).

Gli studenti si oppongono all’accordo tra Università di Torino e Thales Alenia Space, azienda centrale nell’economia di guerra. Questa punta di diamante dell’industria dell’aerospazio è parte del progetto di “Città dell’aerospazio” a Torino, laboratorio sinergico tra Università, Industria e NATO.

19 DICEMBRE, VENEZIA (ITALIA).

Ore 11.30 Corteo contro la guerra, contro la Leonardo S.p.a. “La guerra non è una questione tra le molte, ma l’orizzonte dentro al quale viviamo. Dobbiamo partire da questa consapevolezza. E fare dei tentativi, per provare ad essere sabbia negli ingranaggi della macchina bellica. Solo così la guerra si può fermare. Per chi vuole essere parte di questo tentativo, ci vediamo a Tessera.”

Cariche e scontri al presidio in corso dalle 11 contro la Leonardo Spa a Tessera (Ve). Durante una delle cariche del blocco di una rotonda un compagno è stato portato via dalle guardie che ora stanno chiudendo i compagni a panino. Il blocco della strada che porta alla Leonardo e anche all’aeroporto “Marco Polo” continua.

14.45 – Il compagno fermato, che era stato portato in questura a Venezia, è stato rilasciato con denuncia per resistenza. Nel frattempo a Tessera fin’ora i bus per l’aeroporto di Venezia “Marco Polo” hanno dovuto per forza tornare indietro e i turisti a piedi con i trolley sotto la pioggia si fanno 1 km a piedi. Il blocco ha sicuramente creato disagio anche alla logistica e al cambio turno delle 14 della Leonardo Spa. Questa zona è di alto interesse strategico, vicino si trova il porto di Marghera, uno dei principali snodi logistici dell’economia di guerra in Italia.

15 – Il blocco defluisce.

 

Una prima diretta a Radio Blackout sul blocco contro la sede di Tessera (Venezia) dell’azienda di Stato Leonardo Spa.

Il blocco si è preso uno svincolo stradale in grado di portare danno tanto alla logistica e al cambio turno della prima produttrice di armi per profitto in Italia e nell’Unione Europea, quanto al vicino aeroporto “Marco Polo”, centrale per il turismo in laguna. Il dispiegamento poliziesco ha agito in maniera muscolare, a sancire l’importanza strategica per lo Stato di quell’area. Va ricordato che a pochi chilometri si trova anche Marghera, dove è situato il Porto, snodo logistico da cui transitano navi cariche di armi, e dove ha sede Fincantieri, fabbrica di morte non solo al suo esterno, ma anche al suo interno. E’ di qualche mese fa la morte di Islam, lavoratore bengalese caduto mentre veniva sfruttato da una delle sue ditte di appalto.

Блокада штаб-квартиры военной корпорации “Leonardo” в Тессере (пригороде Венеции возле аэропорта “Марко Поло”), которая была организована неформальными анархистами из Венеции и в ходе которой произошло задержание полицией одного из товарищей анархистской инициативы “campiselvaggi”.

DICEMBRE, KHARKIV (UCRAINA). 

Dal canale YouTube ucraino "Ua_defenders". 
Pressochè l'intera 2a compagnia del 152° battaglione della 117a Brigata di difesa territoriale ha abbandonato le posizioni senza permesso, in zona Kupyansk nella regione di Kharkov. 

Il comando aveva dichiarato: "Non ci interessa quanti di voi torneranno vivi, la cosa principale è completare la missione di combattimento". 

Un ordine poco allettante.
AUTUNNO 2024, (UCRAINA).

L’esplosione avvenuta il 15 dicembre vicino al centro commerciale di Dnepropetrovsk, con un morto e quattro feriti, ha attirato l’attenzione dell’intero paese sul fenomeno degli attacchi in strada con miscele incendiarie ed esplosivi. La procura regionale di Kharkov ha riferito il 23 ottobre che quest’anno nella regione sono stati aperti 40 procedimenti penali per l’incendio doloso di 37 veicoli appartenenti alle Forze Armate ucraine o utilizzati dai militari.

La maggior parte degli autori, secondo le dichiarazioni ufficiali, sarebbero reclutati dalla Federazione Russa tramite Telegram.

L’11 dicembre, il portale di notizie di un oligarca agricolo di Kharkov ha riferito che il vice procuratore regionale Alexander Suzy ha scritto una lettera alle scuole di Kharkov, chiedendo di organizzare incontri con genitori e studenti sulla possibile partecipazione dei ragazzi a queste azioni, al fine di controllare la loro presenza nelle classi e il loro tempo libero.

14 DICEMBRE, (UCRAINA).

Il corrispondente militare ucraino Yury Butusov sui dettagli dello “scandalo” nella 155ª Brigata “Anna di Kiev”, addestrata in Francia, il cui comando è stato recentemente rimosso. Lo scandalo è iniziato dopo che l’esercito russo ha sfondato a sud di Pokrovsk. Secondo Butusov, il comando ucraino ha deciso di rimpolpare la brigata con persone reclutate con la forza e senza alcuna formazione adeguata.

“Diverse migliaia di persone sono state arruolate nella brigata letteralmente dalla strada, i cosiddetti “busificati” (gli uomini rapiti in strada dall’esercito con bus e minivan). Queste persone sono state vestite in uniforme ed è stato dichiarato che si trattava di una brigata a tutti gli effetti”. Butusov ha specificato che più di mille persone sono diventate SZCh (“chi abbandona la propria unità senza autorizzazione”). La responsabilità per quello che è accaduto con questi “busificati” è stata attribuita al comandante della brigata, che è stato rimosso”, ha aggiunto.

23 DICEMBRE, (RUSSIA).

Un articolo dell’iniziativa anarco-sindacalista russa KRAS parla delle manifestazioni contro la guerra che si sono tenute in Europa occidentale.

“Nelle ultime settimane si sono tenute manifestazioni contro la guerra in Italia, Germania e Francia. Esprimono solidarietà con fuggiaschi e disertori, contro la repressione che colpisce coloro che non vogliono combattere, e criticano i regimi al potere a Mosca e Kiev. La francese CNT-AIT sostiene le proteste internazionaliste degli attivisti russi e ucraini. In Italia, l’iniziativa anarchica italo-ucraina “Campi Selvaggi” partecipa attivamente alle azioni antimilitariste con trasparenza: “Solidarietà con coloro che disertano la guerra”. Il 30 novembre, i suoi membri sono andati a una manifestazione contro le guerre a Roma, con gli slogan: “Contro la guerra e il genocidio, sabotiamo la NATO”; “Solidarietà con i disertori russi e ucraini, dalla parte di coloro che si ribellano” . Il 2 dicembre è stato organizzato un picchetto davanti all’Ambasciata ucraina nella capitale italiana e nel vicino mercato: “Contro la guerra, che bisogna fare: sabotare e disertare!” ; “Con i disertori russi, con i disertori NATO, il nostro nemico è lo Stato”; “Economia di guerra, disastro nucleare, è venuta l’ora di fargliela pagare”, ecc. Il 19 dicembre i compagni hanno partecipato al blocco della corporazione militare Leonardo SPA a Tessera (Venezia). Un compagno è stato catturato dalla polizia. In Germania, i fuggiaschi dai paesi dell’ex Unione Sovietica sono sostenuti dal movimento locale contro la guerra e pacifista. Il 14 dicembre, a Norimberga, dove si trova l’Agenzia federale per la migrazione e i rifugiati, si è tenuta una manifestazione con la partecipazione di circa 200 persone (…)”.

 

26 DICEMBRE, KIEV (UCRAINA).

Agitazione studentesca all’Università di Kiev contro il divieto di utilizzo di Telegram.

Dal 1° novembre 2024, l’Università Nazionale “Taras Shevchenko” di Kiev ha introdotto il divieto di utilizzo di Telegram sui dispositivi ufficiali degli insegnanti e dell’amministrazione. Questa decisione è diventata parte di un’iniziativa nazionale volta ufficialmente ad “aumentare il livello di sicurezza informatica” nelle istituzioni governative, nonché nelle infrastrutture critiche. D’ora in poi Telegram non potrà più essere scaricato tramite Wi-Fi nei dormitori e nei campus universitari (tuttavia sarà possibile tramite proxy o VPN). Tali restrizioni erano state annunciate a settembre, ufficialmente per “i rischi associati al possibile accesso ai dati personali degli utenti da parte dei servizi speciali russi“.

In realtà la comunicazione continuerà tramite la buona vecchia posta elettronica e i dati personali continueranno a essere elaborati e archiviati sulla base di Russian Optima. D’ora in poi, tutte le informazioni saranno pubblicate nei castelli informatici di Meta – Facebook e Instagram. Tra le alternative di messaggistica vengono prese in considerazione molte applicazioni, il cui requisito principale è semplicemente: non essere Telegram.

Anche l’Università Nazionale di Leopoli, l’Università Nazionale “Yuriy Fedkovich” di Chernivtsi, l’Accademia Kyiv-Mohyla e l’Università “Borys Grinchenko” di Kiev hanno introdotto divieti simili.

28 DICEMBRE, TRANSCARPAZIA (UCRAINA).

Incendio notturno nella città di confine di Chopa: bruciate tre auto delle guardie di frontiera. Un ragazzo è stato arrestato, ha rivendicato l’azione e rischia 10 anni di carcere.

28 DICEMBRE, (RUSSIA).

ll Ministero della Difesa russo ha riferito del completamento della coscrizione autunnale. Sono state richiamate in totale 133.000 persone che, secondo i dati ufficiali non sono state inviate nelle zone di combattimento. La realtà è ben diversa.

L’organizzazione liberal “Idite Lesom” (scappa nel bosco) sostiene di aver supportato per questa nuova coscrizione 4.556 renitenti, il doppio rispetto al 2023. Inoltre riporta le seguenti informazioni:

Raid di massa contro i coscritti: sono stati registrati 170 raid da parte dei reclutatori, il doppio rispetto allo scorso anno. I coscritti sono stati spesso prelevati direttamente dalle loro case o nelle metropolitane di Mosca e San Pietroburgo grazie alle telecamere con riconoscimento facciale e portati al centro per il reclutamento di Ugreshskaya. I poliziotti sono arrivati a fingersi corrieri per consegnare le cartoline di convocazione. I coscritti sono stati costretti con ogni mezzo a firmare documenti e indossare un’uniforme: picchiati, minacciati e tenuti senza cibo né acqua. Gli uffici di registrazione e arruolamento militare hanno inviato SMS con minacce di procedimenti penali.

Per la prima volta, la coscrizione ha colpito i residenti della regione occupata di Zaporozhye.

Il registro elettronico delle convocazioni via Gosuslugi non ha ancora iniziato a funzionare su larga scala, ma è stato lanciato in modalità test nelle regioni di Ryazan, Sakhalin e Mari El. In altre regioni sono state inviate citazioni elettroniche che non hanno ancora valore legale. Il Presidente della Commissione Difesa della Duma, Kartapolov, ha annunciato che il registro sarà effettivo dal 1° gennaio 2025.

Un messaggio internazionalista e antimilitarista dalla Romania.

pubblichiamo questo messaggio che ci è stato mandato dalla Romania in vista del presidio in solidarietà a tutti i disertori del 2 dicembre a Roma.

Un messaggio internazionalista e antimilitarista dalla Romania

Scriviamo questo messaggio nella sera del primo dicembre, il giorno in cui si celebra la festa nazionale della Romania. Un giorno in cui, questanno, sono state organizzate le elezioni parlamentarie, e che si trova tra due elezioni a distanza di una settimana per la presidenza del paese. In questo periodo oscuro per alcuni e pieno di speranze per altri, molti romeni (inclusi quelli della “diaspora”) si sono sentiti chiamati a portare, con il proprio voto, un cambiamento nel governo del paese. Considerate le sofferenze nella maggior parte della popolazione apportate dalla governance di questi ultimi anni, così come il contesto globale caratterizzato da guerre e militarizzazione europea, la società romena ha tutte le ragioni per desiderare un cambiamento del sistema politico. Almeno di quello locale.

Ma il voto si rivela, come sempre, una menzogna, una finzione che i politici (i vecchi e i nuovi) usano abilmente per guadagnarsi legittimità, approfittando di una popolazione sofferente. E il messianismo salvifico di coloro che sembrano vincere queste elezioni, cioè i rappresentanti dell’estrema destra, non è altro che l’esca più velenosa che una società possa ingoiare.

Confini, sovranismo, identità, nazionalismo (con la sua ombra: la guerra), difesa delle tradizioni e del cristianesimo sono proposti come un falso antidoto in un mondo alla deriva. Il nazismo promise le stesse cose. Ma la storia ci ha già mostrato che queste medicine prescritte hanno effetti collaterali incompatibili con la vita stessa, criminali: cioè isolamento, militarizzazione nazionalista, sfruttamento “sovrano”, xenofobia e razzismo, discriminazione, sterminio.

In queste elezioni, molti romeni hanno votato proprio coloro per i quali fascismo, nazismo e legionarismo rappresentano modelli di sviluppo spirituale, economico e culturale. Per la carica di presidente della Romania si è presentato uno per il quale l’acqua non è H2O e i criminali fascisti e legionari come Antonescu e Codreanu dovrebbero essere considerati eroi nazionali. E ha preso la maggior parte dei voti nel primo turno.

Un posto di primo piano nel parlamento romeno spera (e sembra averne le possibilità) di occuparlo il partito di estrema destra AUR, il cui “interesse strategico” nazionale è lo sviluppo del “capitale autoctono”. Cioè lo sfruttamento con manodopera in camiccia nazionale. Ma coloro che lavorano in altri paesi capiscono di avere più in comune con un lavoratore italiano, marocchino, albanese, moldavo, ucraino che con coloro che ci pagano lo stipendio, indipendentemente dalla loro nazionalità.

Un imprenditore tedesco o italiano non è migliore di uno romeno solo perché è “occidentale”. Così come quello romeno non è migliore degli altri solo perché è “uno di noi”. Tutti hanno gli stessi interessi. Ed i veri problemi, come la disuguaglianza economica, la divisione sociale, gli interessi finanziari e politici dei governanti, sono nascosti sotto discorsi patriottici. La classe dei politici, delle grandi aziende, del capitalismo finanziario locale o internazionale, non ha che da guadagnare dallo scontro tra i più deboli, incitando gli uni contro gli altri (non è forse la “diaspora” la più criticata da coloro che sono “rimasti a casa” ogni volta che ci sono le elezioni?).

Come è il padrone così è la guerra. Come i grandi imprenditori (e gli Stati che questi guidano) hanno gli stessi interessi, così nessuna guerra può essere più giusta di un’altra. Quando un partito “patriota” dice “vogliamo la pace”, in realtà dice “Vogliamo dare piu vitalita alle imprese nazionali nel settore militare”, vogliamo “investimenti nella creazione di unità produttive per la NATO” (citazione dal programma AUR). Questo significa per loro la pace: fabbriche, armi e uniformi tricolori. Ma la morte di che colore è?

Le vittime della guerra siamo tutti noi, indipendentemente dalla nazionalità, dalla religione, dall’etnia, dall’orientamento sessuale o di genere. Chi è più o meno vicino alla linea del fronte non potrà che essere solidale, sostenendo chiunque sia costretto a combattere contro un aggressore. Ma forse proveremo una passione ancora maggiore per tutte quelle persone che decidono e riescono a fuggire dalle grinfie delle milizie, rifiutando di sacrificare la propria vita per la “patria” e la “nazione”. I più umili sono sempre stati chiamati dai governanti degli Stati, siano essi più o meno “sovrani”, a sacrificare la propria vita nei giochi delle classi politiche autoproclamatesi “patriottiche”.

I più umili, indipendentemente dalla provenienza, italiani, ucraini, russi o romeni, sono esortati (alcuni addirittura obbligati) a credere e rispondere alla chiamata del sacrificio e del crimine in nome di un bene supremo nazionale, sovrano. Partiti come AUR e SOS Romania, e politici come Georgescu, Simion, Sosoaca e altri legionari fascisti ci dicono che un imperialismo da ovest è cattivo, ma uno da est è buono. Noi diciamo che tutti gli imperialismi meritano la stessa condanna e come tali devono essere combattuti. E nel caos assordante delle guerre, l’unica risposta degna di umanità e giustizia può essere data solo dalla nostra voce, di coloro che sono chiamati al sacrificio, indipendentemente dal paese in cui siamo nati.

L‘unica risposta: solo la voce della solidarietà attiva, complice con chiunque (fosse dell’Ucraina o della Russia) si rifiuta di credere nella guerra e nel crimine. Una voce che lotta per un mondo senza confini. L’unica risposta è la voce che grida in tutte le lingue

Guerra alla guerra e a chi la allimenta!

Solidarietà internazionalista con tutti i disertori!

(un colettivo antiautoritario dal NE della Romania)

Qui la versione in romeno: apeldelaest

novembre 2024.

1 NOVEMBRE, TORINO (ITALIA).

In vista del 4 novembre, presidio al Consolato ucraino di Milano, compare qualche scritta e foglio murale all’Ufficio immigrazione della Questura, all’Università di Torino, al mercato di Porta Palazzo, alla Chiesa ortodossa…

 

 

2 NOVEMBRE, VENEZIA (ITALIA).

A Venezia contro la guerra.

Un corteo di circa 150 persone attraversa Venezia. Il senso del corteo è stato quello di porre la questione della diserzione, in particolare quella ucraina e russa, alle nostre latitudini, tema totalmente assente, ma necessario per costruire quella bussola etica da utilizzare in questo momento storico. Un corteo che è riuscito a tenere insieme questo tema della diserzione ucraina e russa, la resistenza palestinese, libanese e yemenita contro il genocidio algoritmico israeliano supportato da tutto l’occidente, e la questione del ddl1660. Infatti, si è riusciti, sfidando il divieto della polizia, a passare sotto il carcere e con cori, fuochi d’artificio e rumori si è portata solidarietà ai detenuti, che hanno risposto con potenza. Un piccolo segnale per ricordare a loro che “fuori” c’è chi non li lascia soli, e a noi che bisogna continuare a lottare in qualsiasi contesto in cui ci si trova.

4 NOVEMBRE, MILANO (ITALIA).

(…) Con la consapevolezza che la mobilitazione generale passa sempre più attraverso identità digitali biometriche funzionali a sorvegliarci, arruolarci o eliminarci, di cui esempio sono i sistemi di autorizzazione e varchi implementati durante la pandemia di COVID, abbiamo espresso la nostra tensione disfattista e internazionalista davanti al Consolato ucraino di Milano, che non rinnova i documenti a chi non si registra sul database elettronico per l’arruolamento “Oberih”, sistema analogo a quello implementato in Russia, “Gosuslugi”.
Nonostante l’imponente dispiegamento di Carabinieri, Polizia ed Esercito, gli interventi al microfono e i volantini distribuiti hanno incontrato l’interesse di chi si trovava lì per espletare pratiche burocratiche. Più di una parola è stata scambiata con persone rabbiose per i propri cari rapiti dallo Stato per andare al fronte: “i poveri vengono sacrificati”. (…)

Testo integrale e immagini QUI.

Diretta su Radio Blackout QUI.

7 NOVEMBRE, NOVOSIBIRSK (RUSSIA).

In serata si è svolto in Siberia un piccolo raduno contro la guerra organizzato da forze comuniste e autorizzato dalle autorità.

Sergei Krupenko, fuoriuscito dal Partito Comunista Operaio Russo in contrasto con le posizioni relative alla guerra in Ucraina, alla fine della manifestazione l’ha definita apertamente “contro la guerra”.

Oggi questo governo ha trascinato il Paese e decine di milioni di persone in un’avventura sanguinosa, sapete dove! Ogni giorno le persone muoiono. La popolazione civile soffre”. In precedenza era già stato multato per aver “screditato” l’esercito.

7 NOVEMBRE, URALI MERIDIONALI (RUSSIA).

Un altro raid anti-migranti ha avuto luogo all’aeroporto internazionale Kurchatov di Chelyabinsk. La polizia ha controllato quasi 250 “nuovi” cittadini. Nel rapporto del servizio stampa del Ministero regionale degli affari interni si dice che “sono state notificate cartoline per la coscrizione“, ma il numero specifico viene taciuto. Queste azioni fanno parte di una campagna più ampia per costringere i migranti alla guerra.

Putin ha firmato una legge che priva della cittadinanza chi non si iscrive al servizio militare entro due settimane dal ricevimento del passaporto. Il Ministero degli Affari Interni è ora obbligato a trasferire i dati di coloro che hanno appena ricevuto la cittadinanza agli uffici di registrazione e arruolamento militare, in modo che gli uffici di registrazione e arruolamento militare possano registrarli immediatamente.

Nei mercati, negli ostelli e in altri luoghi in cui possono trovarsi i migranti, la polizia degli Urali meridionali effettua regolari raid. Le persone vengono poste a faccia in giù e poi le convocazioni vengono consegnate in massa. Queste misure sono diventate particolarmente dure dopo i pogrom di Korkino contro persone rom: in quei giorni la polizia ha riferito di aver notificato più di 70 convocazioni.

L’emissione di mandati di comparizione e la pressione su coloro che sono ricattati dalla protezione legale diventano uno strumento per colmare la carenza di carne da cannone sul fronte.

9 NOVEMBRE, (RUSSIA).

Un militare disertore, che ha parlato pubblicamente di esecuzioni e fughe nel suo reggimento, è stato arrestato e rimandato al fronte.

Alla fine di ottobre sui canali televisivi era apparso il messaggio di un soldato con lo pseudonimo “Sailor”, che parlava delle pratiche di ‘”azzeramento” nel 19 ° reggimento (unità militare 12322). Secondo lui, il comandante del reggimento avrebbe ordinato l’uccisione sommaria di sei dei suoi colleghi perché si sono rifiutati di combattere.

Dopo la diffusione del video, il soldato è stato arrestato a Omsk dalla polizia militare. Anche il filmato dell’arresto è apparso sui canali televisivi.

Secondo altri soldati del 19° reggimento, esiste un “gruppo di ricerca” del reggimento che cattura coloro che hanno lasciato l’unità senza permesso. Viene sparato ai piedi di coloro che si rifiutano di andare a combattere. I “refuseniks” e coloro che bevono vengono inviati a prelevare corpi dal campo di battaglia senza armature o elmetti. In inverno, questa categoria di militari, per ordine dei comandanti, è stata messa nuda in una fossa e bagnata con acqua fredda. Molti sono morti di congelamento e polmonite.

8 NOVEMBRE, KHARKOV (UCRAINA).

“Busificazione” (rapimento di uomini per mandarli al fronte).

11 NOVEMBRE, KHARKOV (UCRAINA).

La situazione è sempre la stessa. Un altro episodio di conflittualità tra residenti e reclutatori dell’esercito (TCR).

11 NOVEMBRE, (UCRAINA).

Questionari distribuiti dai rappresentanti dei Centri Territoriali di Reclutamento (TCR) negli istituti scolastici. Apparentemente sembra che si tratti di una raccolta dati per la quale tutti i ragazzi di 17 anni, compresi gli studenti delle scuole medie, devono essere iscritti nel registro militare. Gli elenchi di questi studenti devono essere presentati ai centri di reclutamento.

L’Ucraina è in fase di mobilitazione generale, quindi l’apparato statatale e militare deve sapere quanta carne da cannone ha potenzialmente a disposizione.
I questionari sono obbligatori, i dati vengono inseriti nel registro dei centri di reclutamento, come confermato su richiesta del “Centro per la prevenzione della disinformazione”.

12 NOVEMBRE, LUBLINO (POLONIA).

A dispetto delle recenti notizie circolate riguardo al fallimento della formazione della Legione ucraina in Polonia su base volontaria “per mancanza di aderenti“, il primo gruppo di ucraini residenti all’estero ha firmato contratti con le Forze armate dell’Ucraina. Lo riferisce il Ministero della Difesa ucraino. La procedura si è svolta presso gli uffici del Consolato Generale dell’Ucraina a Lublino, in Polonia, che ora sembra anche proporsi come centro di reclutamento per le Forze Armate ucraine.

Dalle notizie emerge che, subito dopo la cerimonia, i volontari si sono recati al campo di addestramento militare delle Forze armate polacche per sottoporsi all’addestramento di base che durerà 35 giorni, al termine dei quali i militari potranno proseguire la loro formazione con le unità speciali nelle basi NATO in Europa. L’addestramento sarà condotto sotto la guida di istruttori polacchi, ma le esercitazioni coinvolgeranno anche comandanti delle Forze armate ucraine.

Come riportato da Ukrinform, il 5 novembre il Consolato ha informato che circa 500 persone provenienti da 30 Paesi hanno fatto domanda per entrare nella Legione. La maggior parte di esse proviene da residenti in Polonia e nella Repubblica Ceca. È stato inoltre indicato che il 90% delle domande proveniva da uomini e il restante 10% da donne. I giovani sotto i 25 anni rappresentano circa la metà di tutte le persone che si sono iscritte alla Legione.

Nel luglio 2024, il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelenskyy e il Primo Ministro della Polonia Donald Tusk hanno firmato un accordo bilaterale di sicurezza tra i due Paesi. In particolare, il documento stabilisce un accordo sulla formazione e l’addestramento della Legione ucraina in Polonia.
Il Ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov ha invitato tutti gli ucraini in Europa ad unirsi alla Legione ucraina.

12 NOVEMBRE, MOSCA (RUSSIA).
Fin dall’inizio della mobilitazione, i raid per reclutare carne da cannone hanno avuto luogo in tutto lo Stato, ma ora sono aumentati. A Mosca, i coscritti vengono trattenuti nella metropolitana o sotto casa, portati in manette agli Uffici per l’arruolamento militare e direttamente reclutati. Contemporaneamente, i coscritti vengono intimiditi tramite chiamate, SMS e messaggistica istantanea, in cui viene intimato di presentarsi all’Ufficio per l’arruolamento militare con minaccia di responsabilità penale. Nella metropolitana di Mosca le telecamere riconoscono i volti dei giovani, che vengono arrestati dagli agenti di polizia e immediatamente portati in un Ufficio per l’arruolamento.
Testimonianza tratta dal canale liberal “Idite Lesom”:
Un amico è stato fermato nella metropolitana e gli è stata data una foto in cui la fotocamera lo identificava. La fotocamera ha segnalato che era in età di leva. Lo hanno portato a Ugreshskaya [strada in cui si trova una struttura di raccolta dei coscritti] dove c’erano altri ragazzi arrestati in metropolitana a cui hanno preso i telefoni, ecc. Il mio amico è scappato mentre tutti erano distratti. Sappiamo tutti che a Ugreshka la visita medica è solo una formalità, la probabilità che ti lascino andare è minima. E lì, infatti, danno una convocazione per essere arruolati il giorno successivo. Ugreshskaya è la fine.
13 NOVEMBRE, NOVOSIBIRSK (RUSSIA).

Guarda, qui c’è una rivolta.”
«Смотрите, здесь происходит бунт».

Alcuni soldati hanno organizzato, secondo le loro stesse parole e il video che hanno fatto circolare, una rivolta, distruggendo i locali dell’unità a cui erano sottoposti (n. 57849) prima di fuggire in almeno 12 dal villaggio di Kochenevo.

Il motivo della rivolta era che i comandanti volevano rimandarli al fronte.

Secondo la pubblicazione locale NGS “nell’unità 57849 erano state distaccate circa 30 persone provenienti da tutto il distretto militare centrale, che in precedenza avevano già lasciato le unità militari senza permesso“.

 

16 NOVEMBRE, (UCRAINA).

Uno dei moderatori di un canale Telegram regionale legato ad un progetto di monitoraggio della “busificazione” (rapimento di uomini da parte degli ufficiali per il reclutamento) e delle proteste popolari anti-mobilitazione è stato arrestato dai Servizi di Sicurezza statali. Questo canale aveva anche diffuso il presidio al Consolato ucraino di Milano del 4 novembre.

16 NOVEMBRE, (UCRAINA).
Uno dei moderatori di un canale Telegram regionale legato ad un progetto di monitoraggio della “busificazione” (rapimento di uomini da parte degli ufficiali per il reclutamento) e delle proteste popolari anti-mobilitazione è stato arrestato dai Servizi di Sicurezza statali. Questo canale aveva anche diffuso il presidio al Consolato ucraino di Milano del 4 novembre.
17 NOVEMBRE, BERLINO (GERMANIA).

Picchetto vicino alla Porta di Brandeburgo lanciato da alcuni emigrati ucraini contro la guerra.

Non vogliamo che gli uomini in Ucraina vengano rapiti, picchiati e tenuti negli scantinati. Chiediamo frontiere aperte e rispetto dei diritti umani. Vogliamo anche onorare la memoria degli uomini caduti morti dopo essere stati rapiti dal Centro di reclutamento territoriale (TCR).
Invitiamo tutti, molti hanno parenti rimasti in Ucraina, padri, fratelli e figli che sono in pericolo a causa della tirannia del potere dei criminali!

18 NOVEMBRE, ROMA (ITALIA).

“Droni, sistemi di disturbo radio, cani robot, occhiali con realtà virtuale”. Nella città militare di Cecchignola (Roma), “icona della naja”, si trova il “9° Reggimento Sicurezza Cibernetica Rombo” creato un anno fa. Questa Unità dell’Esercito italiano, addestrata per unire operazioni di cyberwar e guerra elettromagnetica, vede applicarsi le lezioni dei campi di battaglia ucraini, come esalta compiaciuta la propaganda mediatico-istituzionale.

Una realtà in cui all’interno dei grandi viali della Cecchignola, che hanno un’atmosfera marziale vecchio stile, con targhe di vecchi comandanti e medaglie d’oro, si vede circolare un quadrupede robot che si chiama Cesare, che è di meccanica statunitense ma di software interamente concepiti nel nostro paese. Una sorta di guardiano di questa nuova realtà…ed ecco che il cagnolino Cesare se ne torna tranquillo alla sua cuccia”.

19 NOVEMBRE, KIEV (UCRAINA).

Attacco incendiario alle Poste (Ukrposhta), responsabili di inviare cartoline di arruolamento.

21 NOVEMBRE, LUTSK (UCRAINA).

Uomini lottano contro i militari in un Centro di reclutamento.

23 NOVEMBRE, CHERNOMORSK (UCRAINA).

A Chernomorsk un uomo è stato fermato dall’Ufficio di registrazione e arruolamento militare per controllare i suoi documenti. In risposta l’uomo ha ricoperto i reclutatori di gas ed ha distrutto la loro auto con un martello prima di essere arrestato.

24 NOVEMBRE, KOVEL (UCRAINA).

Scontro con la polizia a Kovel, nella regione di Volyn. Gli agenti hanno buttato a terra un uomo, c’è stata una colluttazione, sono stati sparati colpi di arma da fuoco e usato spray al peperoncino da parte delle Forze dell’Ordine. I passanti si sono fermati, alcune donne hanno gridato contro la polizia. Al conflitto hanno preso parte anche persone in mimetica, parte di una milizia volontaria che supporta le unità armate dello Stato.

26 NOVEMBRE, KURSK (RUSSIA).

Un mercenario britannico che prestava servizio nella Legione straniera ucraina è stato catturato nella regione di Kursk: il primo caso di militare occidentale detenuto in Russia. In un video, diffuso dal canale Telegram Troika, Anderson, che ha fatto parte delle Forze armate britanniche fino al 2023, afferma di aver fatto parte di un battaglione di 400-500 soldati ucraini ex detenuti come istruttore, ma di essere stato costretto a combattere nel Kursk dagli stessi ucraini…

La vicenda in realtà dimostra che il governo britannico è già “Boots on the ground” in Ucraina.

Nel marzo 2022, 14 militari di origine ucraina della Legione Straniera francese furono arrestati perchè stavano rientrando in Ucraina. La Legione Straniera francese concede ai suoi soldati ucraini un “permesso eccezionale” di 15 giorni per recarsi nei paesi confinanti con l’Ucraina in modo che possano “aiutare le loro famiglie”. Ma formalmente è vietato loro di attraversare il confine ucraino.

27 NOVEMBRE, CHELYABISNK (RUSSIA).

L’FSB e la polizia hanno organizzato un raid con mandato di comparizione all’aeroporto di Chelyabinsk. Questo è il secondo caso di raid contro migranti all’aeroporto di Kurchatov nell’ultimo mese. I passeggeri di un volo diretto alla città di Osh nella Repubblica del Kirghizistan sono stati costretti a passare attraverso un terminale biometrico mobile. Quello che si sa dei risultati è che sono state controllate più di un centinaio di persone e, secondo il Ministero degli Interni, “alcuni stranieri hanno ricevuto una convocazione”.

29-30 NOVEMBRE E 2 DICEMBRE, ROMA (ITALIA).
NOVEMBRE, (UCRAINA). 

In Ucraina si registra un’ondata di sabotaggi contro le Forze di sicurezza, di cui secondo fonti locali non è chiara l'origine. Tre di questi casi si sono verificati a Kiev, in tutti sono stati usati esplosivi. 

Nel quartiere Dnepr della capitale, un militare si è chinato su un pacco che ha notato a terra, che è esploso, contenendo un ordigno esplosivo innescato a distanza. Secondo fonti locali il militare è morto. 

Un altro atto è avvenuto a metà novembre nel quartiere Pechersky di Kiev. La polizia ha ricevuto una segnalazione da parte di una donna che ha dichiarato di essere stata aggredita e di essersi chiusa in bagno. Quando sono arrivati sul posto, dopo aver aperto la porta gli agenti delle forze dell'ordine hanno sentito lo scoppio di una granata. L'esplosione è avvenuta nel corridoio dell'appartamento affittato. Sono seguiti arresti. 

La terza esplosione è avvenuta vicino alla stazione di polizia di Darnitsa. Fonti locali dicono che anche questo è stato un atto di sabotaggio.
28 NOVEMBRE, (ITALIA).

Anche i media più irregimentati d’Europa sono costretti a dare conto dell’ipotesi di collasso del fronte ucraino.

29 NOVEMBRE, (RUSSIA).

80mila morti: i dati sulle perdite russe in Ucraina dopo mille giorni di guerra. Il 29 novembre, Mediazona e la BBC avevano confermato i nomi di 80.973 soldati russi uccisi dall’inizio della guerra denominata “Operazione Militare Speciale” in Ucraina. Queste cifre riflettono solo una parte delle perdite effettive. All’inizio della guerra più della metà delle persone uccise non avevano nulla a che fare con l’Esercito. Tra i volontari si osserva un aumento particolarmente rapido delle perdite. Molti di loro muoiono appena 2-4 settimane dopo essere stati mandati al fronte. Sempre stando a questi dati parziali, la percentuale di morti tra i detenuti mandati in trincea sta gradualmente diminuendo. Se nel novembre 2023 rappresentavano il 26% di tutte le perdite, ora questa cifra è scesa al 18%. Ma la loro partecipazione alla guerra rimane significativa: moltissime unità di detenuti continuano a essere mandate come carne da macello in prima linea.

30 NOVEMBRE, (RUSSIA).

Si stima che ci siano alcune migliaia di cittadini nepalesi reclutati con l’inganno nell’esercito russo per combattere al fronte. Almeno 44 di loro sono stati uccisi nei combattimenti, molti cercano una via di fuga.

30 NOVEMBRE, ROMA (ITALIA).
Spezzone disfattista, antimilitarista e internazionalista al corteo contro la guerra e in solidarietà a Gaza.
🔥 Contro guerra e genocidio, sabotiamo la NATO.
🔥 Solidarietà ai disertori russi e ucraini. Al fianco di chi si ribella!
🔥 L’unico infiltrato è lo Stato. Solidali coi popoli in rivolta.

 

4.11 Giornata del Disertore [ita, ukr, rus].

4 novembre GIORNATA DEL DISERTORE
ore 10 Consolato Ucraino di Milano
Via Ludovico di Breme 11

L’epoca delle guerre algoritmiche, di cui esempio paradigmatico è il genocidio in atto a Gaza, non ha cancellato il bisogno di carne umana da mandare a morire sul fronte. Il conflitto NATO-Russia in Ucraina dimostra che progresso tecnologico e mobilitazione totale si alimentano a vicenda. Se l’arma cibernetica serve ad opporsi a qualsiasi cosa che interrompa il semplice raggiungimento dell’obiettivo – un atto di diserzione, insubordinazione o fraternizzazione sul fronte, o un semplice moto d’incertezza o di paura – l’umano gesto di rifiuto della guerra ancora conta.

È quello che sta succedendo in Ucraina. Decine di migliaia di arruolati disertano o si rivoltano contro i propri comandanti, centinaia di migliaia di arruolabili si nascondono, i rapitori dell’esercito incontrano una crescente ostilità popolare. Sono tantissimi i fuggiti all’estero – gli “scappati nel bosco” – che hanno sfidato la morte attraversando montagne e fiumi per sfuggire alla mobilitazione e oggi vivono anche nelle nostre città.

Il coraggio di dire no alla guerra, che si registra in maniera crescente anche in Russia, e accade persino contro la mobilitazione esistenziale e permanente in Israele – i “refuseniks” – va difeso. Non solo per valide ragioni etiche, ma anche perché può materialmente portare al crollo del fronte. In questo crollo, a cui possiamo contribuire, risiede la possibilità di inceppare la corsa verso il massacro totale verso cui ci sta portando la spirale mimetica di violenza in atto.

Applicando la Legge sulla mobilitazione generale, dal 18 maggio il Consolato Generale d’Ucraina a Milano non fornisce più servizi, tra cui il rinnovo del passaporto, agli uomini in età tra i 18 e i 60 anni se non aggiornano i propri dati su “Oberih”, il registro elettronico militare che serve ad arruolare. Lo Stato ucraino a corto di carne da cannone, con la crescente complicità degli Stati europei, dà la caccia ai renitenti con un codice QR, lo stesso che i disertori del Green Pass ben conoscono.

In continuità con gli attacchi che negli ultimi mesi sono stati portati contro la logistica e la produzione materiale e culturale di guerra nelle nostre città – e mentre anche in Italia si parla di reintrodurre il servizio militare, magari arruolando chi è senza-documenti con il ricatto della cittadinanza – facciamo del 4 novembre, festa delle Forze Armate, la Giornata del Disertore, con un presidio davanti al Consolato Generale d’Ucraina a Milano.

LA GUERRA COMINCIA QUI. QUI POSSIAMO INCEPPARLA.Contro la gabbia delle identità digitali usate per sorvegliarci, arruolarci o eliminarci
DISERTIAMO LA GUERRA! SOLIDARIETÀ AI DISERTORI!

ottobre 2024.

Da agosto, ci sono segnalazioni occasionali di fughe dalle Forze armate dell'Ucraina prima di essere inviate al fronte di Kursk. Una di queste riguarda l'82 Brigata d'Assalto Terrestre, che ha partecipato alla controffensiva meridionale dell'anno scorso, ed è considerata una brigata d'élite tra le meglio equipaggiate:

"Il 10 agosto ho saputo  da un mio conoscente che più di 40 persone che dovevano andare nella regione di Kursk hanno lasciato tutto e sono tornate a casa. Mi ha detto: "mi hanno dato una lettera di convocazione, ho guardato e ho capito che era un biglietto di sola andata". Lui non vive nel luogo [di registrazione], non so esattamente come sia scappato, non vuole diffonderlo. Non è così lontano da me, anche se ora non si fa vedere da nessuna parte. Era un sergente nell'esercito in servizio di leva. È stato preso da sotto casa, ma non ha opposto resistenza, e poi ho saputo che era a casa. Che ogni giorno 1-2 persone scappano dopo aver scoperto che erano convocate per combattere nella regione di Kursk. Ma a giudicare da tutto, solo poche persone vanno in tribunale, mentre il numero effettivo è molto alto. Mi dispiace, non posso aggiungere altro, e non credo che lui vorrà. Questa è la situazione al momento."

Rispetto alla panoramica estiva, il ruolo della diserzione collettiva e organizzata è chiaramente aumentato. Tuttavia, non ci si dovrebbe illudere nel pensare che questa sia già una situazione rivoluzionaria. Sia l'opinione pubblica ucraina che quella russa sono attualmente concentrate sulle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, molti che hanno la speranza fuorviante che una vittoria di Trump possa fornire la base per una rapida e pacifica risoluzione della guerra. Solo il fallimento di queste aspettative potrà aprire la strada a un interesse di massa per un'alternativa rivoluzionaria.
1 OTTOBRE, (RUSSIA).

L’FSB ha arrestato 39 “radicali filo-ucraini” che avrebbero incitato gli adolescenti a commettere violenza contro funzionari governativi, compagni di classe e insegnanti. L’operazione su larga scala ha avuto luogo in 78 regioni della Russia. I detenuti hanno dai 14 ai 35 anni. È stato riferito che nove adolescenti detenuti stavano pianificando attacchi armati.

L’FSB ha sottolineato che la corrispondenza con i committenti ucraini è stata condotta tramite il canale Discord. Alla fine di settembre Kommersant ha scritto che Discord potrebbe essere bloccato da Roskomnadzor “nei prossimi giorni”.

2 OTTOBRE, (RUSSIA).

Le autorità russe prevedono di inviare al fronte circa il 40% degli imputati, ovvero circa 20.000 persone.

Putin ha firmato una legge che rende possibile la firma di contratti con il Ministero della Difesa durante un processo. In precedenza, tale “offerta” era disponibile solo per le persone condannate. I centri di detenzione hanno raccolto informazioni sull’idoneità al servizio degli imputati e sulla loro disponibilità a firmare un contratto. Uno dei modi più semplici per reclutare i contraenti dagli istituti penitenziari e dai centri di detenzione preventiva è quello di inasprire le condizioni di detenzione.

Secondo il Servizio Penitenziario Federale, all’inizio del 2024 c’erano 106 mila persone nei centri di detenzione preventiva russi. Questo numero comprende non solo gli imputati, ma anche i sospettati e altri soggetti. Da ogni centro di custodia cautelare possono essere portati in guerra circa 100 imputati e in Russia ci sono 210 centri di custodia cautelare di questo tipo. Ciò significa che circa 20.000 imputati possono essere mandate al fronte.

La mossa è dovuta alla riduzione del numero di detenuti pronti a combattere e alla riluttanza del governo nell’annunciare una nuova ondata di mobilitazione di fronte al malcontento sociale. L’utilizzo di imputati è un tentativo di serrare i ranghi in un contesto di calo del numero di “volontari” provenienti dalle prigioni e da chi è detenuto in attesa di giudizio.

2 ottobre, (polonia).

Flop della legione ucraina in Polonia. Non ci sono volontari. L’istituzione della legione ucraina in Polonia, sulla base dell’accordo firmato dal primo ministro Donald Tusk e dal presidente Volodymyr Zelenskyj, è ormai altamente compromessa.

Non siamo responsabili del reclutamento, ma il numero di persone che avrebbero dovuto candidarsi da parte ucraina è troppo basso“, ha dichiarato il capo del Ministero della Difesa Nazionale, Władysław Kosiniak-Kamysz, nel programma “Tłit” di Wirtualna Polska .

3 OTTOBRE, UGLEDAR (RUSSIA).

Sulle ragioni della caduta di Ugledar (in ucraino – Vuhledar) nel sud del Donbass:

Quello che è successo a Vuhledar negli ultimi giorni, in generale, è definibile come crollo locale del fronte. La ritirata caotica dei resti della 72a Brigata meccanizzata, che non aveva ancora ricevuto un ordine di ritiro, e l’abbandono della città in tre giorni dopo mesi di difesa vittoriosa, è qualcosa di cui ho messo in guardia molte volte dal gennaio 2024. Andrà solo peggio. […] Ecco, ad esempio, le informazioni sull’ultimo rifornimento di personale della 72a brigata prima della resa di Vuhledar. 50 nuove reclute, per lo più di età compresa tra 52 e 56 anni, sono arrivate nella brigata. 30 di loro sono state immediatamente inviate alle unità di retroguardia e agli ospedali, poiché non erano idonee al servizio in prima linea a causa delle loro condizioni di salute (perché il TCR stava mobilitando i malati). Dei restanti 20, 16 militari hanno disertato il secondo giorno. Quindi, su un rifornimento di 50 persone, 4 sono state inviate alla posizione, e dopo la prima rotazione, anche questi quattro hanno disertato. E una tale situazione è analoga su tutto il fronte.”

A Voznesensk, nella regione di Nikolaev/Mykolaiv, il 3 ottobre circa 100 soldati del 187° battaglione della 123° brigata di difesa territoriale dell’AFU sono usciti per protestare (foto). Tutti loro si sono rifiutati di svolgere la missione di combattimento e hanno lasciato la loro unità senza autorizzazione invece di andare a sostenere la 72ª brigata a Ugledar/Vuhledar. Secondo loro, non hanno l’addestramento e le armi per partecipare ai combattimenti. “Ho fatto ripetutamente appello, anche alla mia sezione, di cui ero responsabile. Ho chiesto di fornire PKM, mitragliatrici”. “Non ne abbiamo, non possiamo fornirli”. “E poi bisogna andare in Donbass, con cosa?”, ha detto alla TV di Stato un comandante di plotone di nome Sergei. Il giorno prima, Igor Grib, 33 anni, comandante del 186° battaglione di questa brigata, si è sparato perché il suo battaglione è fuggito dalle sue posizioni vicino a Ugledar (questo ha portato alla perdita definitiva della città). Secondo una versione, il tenente colonnello si sarebbe suicidato. Secondo il progetto di monitoraggio della violenza statale e anti-statale, il comandante sarebbe invece stato ucciso dai suoi soldati per aver cercato di fermare la loro fuga da Ugledar.

4 OTTOBRE, (POLONIA).

La Polonia costruirà fortificazioni difensive ai confini con Russia e Bielorussia. Il vice ministro della Difesa Cezary Tomczyk ha dichiarato che entro la fine del 2024 è prevista l’installazione di fortificazioni difensive ai confini come parte del programma “Eastern Shield” (Scudo orientale). Al progetto parteciperanno: Lituania, Lettonia ed Estonia, oltre alle truppe britanniche e statunitensi. La costruzione della linea di difesa dovrebbe essere completata entro il 2028.

L’obiettivo dichiarato dello “Scudo Orientale” è proteggere la Polonia dall’immigrazione clandestina e dalla possibile invasione militare da parte della Federazione Russa e della Bielorussia. A maggio, Varsavia ha annunciato che avrebbe speso 2,6 miliardi di dollari per rafforzare i suoi confini settentrionali e orientali.

4 OTTOBRE, (RUSSIA E UCRAINA).

Cresce il numero di fughe dall’esercito russo – basti pensare che sono già stati aperti 8.000 casi penali per “diserzione” – e nonostante le minacce di essere “mandati nei sotterranei” e torturati, i soldati mobilitati sono sempre meno disposti ad andare in guerra.

Processi simili si danno anche dall’altra parte del fronte. Ieri un centinaio di militari ucraini del 187° battaglione della 123° brigata della TRO [Forze di difesa territoriale parte delle AFU] si sono rifiutati di eseguire gli ordini e hanno lasciato l’unità militare nel Donbass, motivando l’azione con la mancanza di armi e un addestramento insufficiente. In precedenza era stato riferito che la stessa brigata aveva abbandonato le sue posizioni a Ugledar.

E’ evidente che la classe operaia su entrambi i fronti si è stancata della guerra e sta gradualmente smettendo di giocare ai “giochi della fame” secondo le regole dei loro padroni.

4 ottobre, (russia).

Se non puoi saldare il tuo debito, vai in guerra. Gli uffici giudiziari stanno inviando in massa lettere ai cittadini con debiti, offrendo loro di firmare un contratto con il Ministero della Difesa. Questo vale non solo per gli uomini, ma anche per le donne.

Le lettere indicano la possibilità di sospendere le procedure esecutive sui debiti per chi stipula un contratto. Ciò sta avvenendo sicuramente nelle regioni di Ulyanovsk e Mosca.

4 OTTOBRE, SAN PIETROBURGO (RUSSIA).

Dopo un raid su larga scala, circa 150 neo-cittadini della Federazione Russa che non erano registrati nell’esercito sono stati portati all’ufficio di registrazione e arruolamento militare. In totale sono stati controllati i documenti di oltre 600 persone.

4 OTTOBRE, KHARKOV (UCRAINA).

29.000 $ per scappare dalla mobilitazione (in questo caso è stata dichiarata una falsa disabilità).

I prezzi (cioè le tangenti) sono aumentati di 2-4 volte da quando è stata approvata la legge sulla mobilitazione a maggio. Era chiaro fin dall’inizio che ciò sarebbe accaduto, poiché non esistevano regolamenti per il controllo dei centri di reclutamento militare e delle commissioni mediche. Niente di cui stupirsi. La legge favorisce questo tipo di “profitto”, secondo le tipiche dinamiche di mercato…

5 ottobre, (ucraina).

I rifugiati ucraini all’estero dovrebbero essere “proattivi” e chiarire il loro status di residenza fiscale. Il Ministero delle Finanze dell’Ucraina ha annunciato sul suo sito web che ha avuto luogo un importante scambio internazionale di dati finanziari. I dati di tutti gli ucraini all’estero, compresi i numeri dei conti bancari, i saldi, i contributi, i codici fiscali, gli indirizzi personali e altre informazioni personali, sono stati forniti a 115 Stati. Oltre al Ministero delle Finanze, ora anche le autorità fiscali straniere avranno accesso a questi dati, al fine di “combattere l’evasione fiscale da parte dei cittadini”.

Dal 2023, il governo ucraino aveva redarguito i rifugiati sulle potenziali conseguenze derivanti dall’adesione dell’Ucraina al sistema internazionale di scambio automatico di informazioni, che include tutti i paesi dell’UE.

I rifugiati ucraini rischiano di ritrovarsi intrappolati tra due fuochi. Da un lato, le autorità fiscali avranno accesso alle informazioni sui loro redditi in Europa e potrebbero imporre tasse su di essi. Dall’altro, le autorità fiscali europee avranno anche accesso ai dati sui guadagni e i beni dei nostri rifugiati in Ucraina, il che potrebbe portare a gravi conseguenze. Ad esempio, se un rifugiato riceve sussidi in Germania, ma continua a lavorare da remoto per un’azienda ucraina e riceve uno stipendio, potrebbe non solo essere tenuto a rimborsare tutta l’assistenza sociale ricevuta e perdere l’alloggio sovvenzionato, ma potrebbe anche affrontare accuse penali per occultamento di reddito come frode“, dichiara Voskoboynik, presidente dell’Associazione ucraina delle aziende per l’occupazione internazionale.

Se si è riconosciuti come residenti fiscali in Ucraina, si può essere soggetti al 18% di imposta sul reddito personale, all’1,5% di imposta militare e a una penale del 25% sul reddito identificato all’estero, chiarisce l’avvocato Marinyuk. Ciò significa che le passività totali potrebbero ammontare a quasi il 45% del reddito individuale. “Lo Stato ucraino deciderà di imporre tasse sui benefici pagati ai suoi cittadini da altri Stati utilizzando i soldi dei propri contribuenti?” chiede l’avvocato Kravets. Attualmente il governo Zelensky sta cercando modi per espandere la base imponibile dello Stato ucraino, quindi tutto è possibile.

7 OTTOBRE, BELGOROD (RUSSIA).

Nella regione di Belgorod è stato annunciato un nuovo importo record di pagamento una tantum per la firma di un contratto con il Ministero della Difesa : 3 milioni di rubli. Lo ha annunciato il governatore Vyacheslav Gladkov in una riunione operativa del governo regionale il 7 ottobre. Il pagamento è stato aumentato di 2,2 milioni di rubli. I pagamenti una tantum per la firma di un contratto con il Ministero della Difesa hanno iniziato ad aumentare notevolmente nel 2024. A metà estate, la città è la regione di Mosca avevano stabilito il record: ai soldati a contratto sono stati offerti rispettivamente 1,9 milioni e 1,7 milioni di rubli.

Alla fine del 2022 Putin ha firmato un decreto secondo il quale tutti i contratti con il Ministero della Difesa sono a tempo indeterminato.

8 ottobre, (RUSSIA).

La Corea del Sud ha affermato che la Corea del Nord invierà i suoi soldati a combattere a sostegno della Russia nel “Distretto Militare del Nord”. Lo ha annunciato oggi il capo del ministero della Difesa sudcoreano, Kim Yong Hyun. Ha fatto riferimento all’accordo di partenariato globale firmato da Mosca e Pyongyang durante la visita di Vladimir Putin nella RPDC a giugno. Questo documento contiene anche disposizioni sull’assistenza militare in caso di attacco ad una delle parti.

Il ministro anche commentato le informazioni sulla morte di sei ufficiali nordcoreani a seguito di un attacco delle forze armate ucraine nella parte occupata della regione di Donetsk – secondo il ministro della Difesa sudcoreano, questa informazione è vera.

In precedenza si è appreso che la Corea del Nord fornisce alla Russia la metà dei proiettili utilizzati dalla Federazione Russa in Ucraina.

8 ottobre, Odessa (Ucraina).

Nella regione di Odessa sono state arrestate 14 persone che per sfuggire alla mobilitazione volevano attraversare il confine attraverso la regione di Vinnytsia. I fuggitivi sono stati catturati utilizzando droni dotati di termocamere.

8 ottobre, (POLONIA).

Gli agricoltori polacchi annunciano il blocco del checkpoint di Medyka-Shegini al confine con l’Ucraina fino alla fine dell’anno. Protestano davanti al passaggio pedonale sulla strada DK 28 accanto al viadotto ferroviario all’ingresso di Medyka.

La protesta è legata all’importazione del grano ucraino a buon mercato, che ha fatto crollare i prezzi. Con l’inizio dell’SVO, l’Unione europea ha abolito le quote e i dazi sui prodotti agricoli ucraini. Ciò ha portato a un eccesso di prodotti ucraini a basso costo nel mercato dell’UE. Successivamente l’UE ha imposto restrizioni temporanee all’importazione di grano ucraino e, dopo la loro cessazione, l’Ungheria, la Polonia e la Slovacchia hanno introdotto quote analoghe nel settembre 2023. Le quote sono state sostituite da un embargo. L’embargo è stato sostituito dal fatto che nel febbraio 2024 i polacchi hanno iniziato apertamente a distruggere il grano ucraino al confine.

I blocchi degli agricoltori, che sono durati per tutto lo scorso inverno, si sono conclusi alla fine di aprile 2024 con lo sgombero dell’ultimo blocco al checkpoint “Grebenne – Rawa-Russka”. Nei mesi precedenti trattori di agricoltori polacchi allineati in colonne di più chilometri erano visibili sulle autostrade in tutto il paese, con oltre 560 presidi. A livello politico, l’unico interlocutore a cavalcare le proteste è stato Andrzej Duda, un reazionario di destra.

Un altro aspetto della protesta sono le nuove norme ambientali dell’UE. Ad esempio il 10 maggio a Varsavia si è svolta una protesta di massa degli agricoltori contro la direttiva sul metano. Le proteste locali sono continuate in tutta la Polonia per tutta l’estate. Sebbene le azioni fossero poche, il malcontento tra gli agricoltori è cresciuto.

9 OTTOBRE, (UCRAINA).

L’Ucraina valuta la possibilità di revocare il divieto di esportazione di armi per incrementare la propria industria dei droni. Dal 2022 Kiev ha vietato l’esportazione di beni militari per soddisfare le esigenze del proprio esercito. Il FT scrive che il governo attualmente ha risorse limitate per pagare la produzione di droni. Tanto che oggi viene stimata la superiorità delle forze armate russe su quelle ucraine di 5-10 volte rispetto a questo indicatore.

Lo Stato ucraino si sta affermando come leader mondiale nel campo della produzione di droni militari e della cd. “guerra elettronica”, principale motore della propria base industriale. Molte imprese si sono convertite dal commerciale allo sviluppo di dispositivi militari. Oggi oltre 200 aziende producono droni militari e 50 sono specializzate in sistemi di guerra elettronica.

Il permesso di esportare armi ci consentirà di attrarre fondi aggiuntivi e di aumentare la produzione interna per l’esercito“.

9 ottobre, Krivoy Rog (ucraina).

Conflitto tra residenti e militari.

10 OTTOBRE, CHERNVITSI, uzhorod, odessa (UCRAINA).

Rapimento di uomini da parte degli ufficiali per il reclutamento.

 

 

10 OTTOBRE, TARTASTAN (RUSSIA).

La Russia recluta giovani ragazze provenienti dall’Africa, dall’Asia e dall’America Latina nell’industria dei droni, secondo AP press. Circa 200 donne straniere starebbero assemblando droni iraniani nella zona economica speciale di Alabuga in Tatarstan. Le ragazze tra i 18 e i 22 anni verrebbero reclutate tramite il programma online “Alabuga Start”: sul sito del programma vengono loro promessi studi in Europa e lavoro nel settore dei servizi e della ristorazione, ma questa si rivela una bufala. Le ragazze sarebbero sottoposte ad un controllo costante, promesse salariali non mantenute e lavori pericolosi con sostanze chimiche che danneggiano la loro pelle. “Mi pento e maledico il giorno in cui ho iniziato a farlo“, dice una delle donne citata nella pubblicazione. Insieme alle donne straniere, lì lavorano studenti russi di 15-16 anni delle scuole professionali, che si lamentano delle condizioni di lavoro.

La zona economica speciale “Alabuga” è stata creata nel 2006 per attirare investimenti in Tatarstan. Dal febbraio 2022 è cresciuta rapidamente e alcune attività sono state convertite alla produzione militare.

11 ottobre, (unione europea).

L’UE concede i visti a sei disertori russi. Sei persone fuggite dalla guerra in Kazakistan hanno potuto ottenere il visto in Francia. Le pratiche sono state compiute attraverso l’organizzazione liberal che supporta i disertori in Russia “Idite Lesom”, dall’associazione Russie-Libertés, dall’Ufficio per i diritti umani del Kazakistan, da inTransit e dall’organizzazione “Addio alle armi”. E’ il primo caso noto in cui un paese dell’UE ha accettato di rilasciare documenti di ingresso a un gruppo di diversi militari russi in fuga contemporaneamente.

In controtendenza rispetto al trattamento che si sta delineando per chi cerca di sfuggire alla mobilitazione in Ucraina..

11 ottobre, kremenets, (Ucraina).

Un residente di Kremenets (oblast di Ternopil temporaneamente occupata) è stato condannato a 10 anni per l’attacco al reclutatole del TCR. L’uomo ha coraggiosamente attaccato il militare, lo ha picchiato e gli ha preso la mitragliatrice, quindi è fuggito nella foresta con l’arma.

12 ottobre, dnipro, KIEV E LEOPOLI (ucraina).

Dnipro occupata dall’esercito ucraino. Cinque militari sopra un uomo catturato per essere mandato al fronte.

A Kiev i militari sono a caccia di renitenti alla stazione.

A Leopoli un gruppo di residenti cerca di aiutare un ragazzo a sfuggire dalle grinfie dei rapitori e una madre cerca di strappare il figlio ai militari.

13 ottobre, KharkoV, Khmelnytskyi E RIVNE (Ucraina).

Raid dei reclutatori (rapitori) dell’esercito alla ricerca di carne da cannone da mandare al fronte, così Kharkov si ritrova occupata dai militari.

Nel frattempo in una località sconosciuta, raid dei militari in un mercato.

Anche Khmelnytskyi è occupata dall’esercito.

A Rivne raid dei militari in un bar.

13 ottobre, Transcarpazia (Ucraina).

Un gruppo di donne blocca la strada e circonda il van dei militari per impedire ai rapitori dell’esercito di raggiungere il villaggio.

In un’altra località, altre donne riescono a liberare un uomo dalle grinfie dei militari e festeggiano perchè almeno uno si è salvato.

14 ottobre, (russia).

Trattati come bestiame. Stupide missioni dalle quali è impossibile tornare”, Vyacheslav Trutnev e Dmitry Ostrovsky sono due militari fuggiti dalle posizioni dopo che il comandante del loro battaglione, ubriaco, ha dato loro l’ordine di attraversare campi minati di notte. Raccontano di come sono stati arruolati in prigione, firmando contratti con il Ministero della Difesa russo “non per spontanea volontà”.

Stavamo scontando la nostra pena in prigione, e hanno iniziato a stringere la vite e a spingere le persone alla guerra. Hanno dato l’illusione della scelta: ad esempio, magari hai diritto alla libertà condizionale tra un anno e mezzo, ma perché hai bisogno della libertà condizionale quando puoi vincere un anno alla SVO, ottenere soldi e tornare pulito? Altrimenti non vedrai alcuna libertà condizionale, forse ti incrimineranno anche per diserzione

14 ottobre, (europa).

Gli Stati europei forse non deporteranno forzatamente gli Ucraini, ma il processo di pressione economica sui rifugiati affinché rientrino in Ucraina (e quindi a combattere) è già iniziato:

• Nel Regno Unito, i sussidi per i rifugiati ucraini sono stati ridotti e i funzionari hanno dichiarato che “Leopoli è sicura”. Di conseguenza, migliaia di famiglie ucraine potrebbero ritrovarsi senza casa questo mese.

• In Polonia, che ha accolto oltre un milione di ucraini, i sussidi per gli asili nido e le scuole materne verranno cancellati e cesseranno anche i pagamenti nell’ambito di un programma che prevedeva fino a 12.000 zloty per il secondo figlio e i successivi.

• In Estonia, l’assistenza abitativa sarà ora disponibile solo per gli ucraini arrivati ​​di recente nel paese.

• Anche l’Ungheria ha smesso di fornire “assistenza abitativa”.

• La Norvegia ha ampliato la sua lista di regioni “sicure” in Ucraina per includere aree occidentali come Leopoli, Zakarpattia e Ternopil. I rifugiati provenienti da queste regioni non riceveranno più la protezione giuridica.

• Tendenze simili si stanno osservando in Irlanda e Austria.

16 ottobre, (Russia).

Almeno un asilo statale su tre partecipa alla propaganda di guerra.

Nel 2024, gli asili in Russia hanno effettuato più di 200mila iniziative militari-patriottiche, scrive Novaya Gazeta Europe sulla base delle pubblicazioni degli asili su VK. Almeno 10mila asili nido, ovvero un asilo statale su tre, hanno preso parte alla propaganda di guerra per i bambini. Durante le lezioni di educazione ideologica, i bambini scrivono lettere ai soldati, realizzano lavori per il fronte e ascoltano le storie dei partecipanti alla guerra in Ucraina.

16 OTTOBRE, KURSK E BRYANSK (RUSSIA).

Presunta partecipazione delle truppe inviate dalla Corea del Nord schierate tra Brjansk e Kursk, vociferare che si è diffuso in questi giorni. A suon di accordi e strette di mano risalenti a giugno, quando la visita di Putin in Corea del Nord si è conclusa con un “patto di partenariato strategico globale ” con Kim Jong-un.
Il trattato funge da accordo di difesa reciproca: se la Russia o la Corea del Nord “entrano in uno stato di guerra a causa di un’aggressione armata”, l’altra deve fornire assistenza militare e di altro tipo.Intanto la Corea del Nord avrebbe trasferito circa 16.500 container di munizioni ed armamenti alla Russia dal settembre 2023.

Se pur fossero reali questi accordi che riguardano i corpi schierati nelle Regioni di Kursk e Brjansk, la carne da macello già confezionata e spedita dalla Corea del Nord ha subito qualche inciampo secondo alcuni report, che raccontano della diserzione e abbandono delle postazione in trincea da parte dei rinforzi arrivati dalla Corea del Nord.

17 OTTOBRE, (RUSSIA).

Alcuni gruppi di sostegno per madri sul social media VK avrebbero iniziato ad essere chiusi nel contesto dell’imminente legge che vieterebbe la “propaganda” a sostegno di uno stile di vita senza figli. Il disegno di legge, promosso come mezzo per aumentare il tasso di natalità del paese, il 17 ottobre ha superato la prima fase dell’iter di approvazione, nella camera bassa del parlamento russo.”È importante proteggere le persone, principalmente le giovani generazioni, dall’avere l’ideologia dell’assenza di figli imposta su Internet, nei media, nei film e nella pubblicità“, ha dichiarato il portavoce della Duma Vyacheslav Volodin.

In questi gruppi social VK, le madri condividevano storie sulla nascita e sulla crescita dei figli, spesso non rosee, e si sostenevano a vicenda. Gli amministratori di “#maternitàfelice” (#щастьематеринства) hanno ritenuto che sarebbe stato problematico per loro controllare la “propaganda per non avere figli” in tutti i post pubblicati, quindi hanno deciso di cancellare il gruppo. Al momento della chiusura contava circa 150mila iscritti. Anche il gruppo “La mamma sa tutto” è stato rimosso. Sui social media le persone sono indignate per la nuova legge a causa della quale hanno perso questi gruppi di sostegno.

18 OTTOBRE, (ITALIA).

Bombe dall’Italia all’Ucraina tramite una quadrangolazione di Stato.

A ribadire il coinvolgimento diretto dello Stato italiano nella guerra, non ci sono solo i sistemi militari forniti direttamente prima dal Governo Draghi e poi dal Governo Meloni all’Ucraina con nove decreti legge secretati. Ci sarebbero anche una serie di operazioni di import-export di 200mila proiettili per bombe da cannone autorizzate nel biennio 2022-2023 dall’Autorità nazionale UAMA, che tramite una quadrangolazione dal valore di oltre 100 milioni di euro sono stati prodotti in India, per poi essere spediti dall’Italia in Slovacchia, ma con destinazione Ucraina, sostiene un’inchiesta dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere di Brescia (Opal) e Altreconomia.

Senza dimenticare l’autorizzazione ad esportare materiali militari che lo Stato italiano concede a diverse aziende, le quali nel 2023 hanno fatturato oltre oltre 417 milioni di euro di licenze rilasciate e di 69,5 milioni di materiali consegnati.  “Includono diversi sistemi militari (…) e altro materiale spedito dalla Rheinmetall Italia all’Ucraina del valore complessivo di 153.400.000 euro. Batterie e munizioni che l’Ucraina potrebbe utilizzare in territorio russo per colpire – come richiesto dal Parlamento europeo con la risoluzione approvata il 18 settembre scorso– “legittimi obiettivi militari sul territorio russo””.

21 OTTOBRE, KHARKOV (UCRAINA).

Bloggers pro-Kiev lamentano che ieri i volontari che supportano l’esercito non hanno potuto consegnare automobili ai militari perchè i lavoratori dell’officina meccanica non si sono presentati a lavoro.

Oltre ad essi, gommisti, lavoratori delle stazioni di servizio e di fast food, fattorini, riparatori di finestre/porte, idraulici, lavoratori di varie aziende, dottori, ecc. – non si sono presentati al lavoro.

21 OTTOBRE, POLTAVA (UCRAINA)

Un uomo si è impiccato nei locali di uno dei centri di reclutamento distrettuali (TCR) della regione di Poltava. L’uomo si è rifiutato di firmare l’idoneità al servizio militare (VLK), per cui è stato aperto un procedimento per “rifiuto della mobilitazione”. In precedenza era stato condannato ad una pena sospesa per renitenza alla leva.

Sulla base di questo fatto, è stato redatto un rapporto alla polizia per il reato penale di “rifiuto della mobilitazione” ai sensi dell’articolo 336 del Codice penale dell’Ucraina [elusione della coscrizione durante la mobilitazione; rifiuto illegale di superare una commissione medica militare]. Il cittadino l’anno scorso era già stato condannato ai sensi di questo articolo a tre anni di carcere con sconto dalla pena ad un anno di libertà vigilata, che si è conclusa nel settembre di quest’anno“.

 

25 OTTOBRE, (GERMANIA).

Il ministro degli Esteri polacco Radosław Sikorski ritiene che il denaro dato ai rifugiati ucraini in Germania dovrebbe andare direttamente in Ucraina. Il Ministro ha dichiarato in una intervista su TVP info di aver recentemente condiviso quest’idea con Olaf Scholz: “Non è giusto che il sostegno finanziario incoraggi le persone a rimanere in Germania invece di supportare gli uomini che combattono in prima linea“.

Attualmente, la Germania ha il maggior numero di rifugiati ucraini, seguita dalla Polonia e dalla Repubblica Ceca.
Nel frattempo la Norvegia smetterà di concedere automaticamente asilo a tutti i rifugiati ucraini: le domande di asilo dei rifugiati dell’Ucraina occidentale saranno prese in considerazione su base individuale.

25 OTTOBRE, GORNYAK (DONETSK).

L’esercito russo è riuscito ad avanzare rapidamente a Gornyak (Hirnyk), nella regione di Donetsk, in conseguenza del fatto che alcune unità delle Forze armate ucraine avrebbero abbandonato le loro posizioni.

I parenti dei militari scrivono in rete che il 210° battaglione separato della 120° brigata di difesa territoriale sarebbe caduto in un accerchiamento operativo, perché il vicino 154° battaglione avrebbe abbandonato la sua posizione sotto la pressione russa. Allo stesso tempo, si dice che l’unità abbia subito perdite molto pesanti. Il comando aveva promesso rinforzi, che in realtà non sono arrivati.

Di conseguenza, il 210° battaglione avrebbe deciso di ritirarsi dall’accerchiamento e avrebbe lasciato le sue posizioni a Gornyak. Per questo avrebbe ricevuto “minacce di fuoco” dal proprio comando. I soldati avrebbero ricevuto l’ordine di tornare in questa città, cosa che la maggior parte avrebbe rifiutato a causa della stanchezza morale e fisica. Il comando della 110ª brigata meccanizzata (a cui questo battaglione era subordinato), insieme a militari non formati sconosciuti, avrebbe usato la forza fisica contro coloro che si rifiutavano di andare a combattere e aperto il fuoco su di loro. Alcuni dei soldati del 210° battaglione sarebbero stati fatti salire a forza su autobus e portati via in una direzione sconosciuta; al momento non ci sono contatti con loro. Un’altra parte sarebbe riuscita a fuggire.

È stato inoltre riferito che i militari sarebbero stati accusati di diserzione dall’Ufficio investigativo di Stato.

 

27 OTTOBRE, KIEV (UCRAINA).

Va a fuoco una filiale delle Poste (Ukrposhta). Anche un’altra filiale vicina ha preso fuoco. Lavoratori dell’ufficio postale dichiarano che sia conseguenza del fatto che gli uffici portano avvisi di comparizione per il reclutamento. Finché gli uffici postali non hanno portato avvisi, non c’erano piromani.

29 OTTOBRE, REGIONE DI ZHYTOMYR (UCRAINA).

Residenti picchiano i rapitori del TCR (Ufficio per il reclutamento).

29 OTTOBRE, (RUSSIA).

Il progetto liberal “Idite Lesom”, che aiuta il personale militare a disertare e a lasciare la Russia, registra un aumento del numero di “richieste di aiuto per diserzione”. “Se entro gennaio 2023 solo 28 persone erano venute da noi con una richiesta del genere, entro gennaio 2024 erano già 284, ed entro settembre – 372“, afferma il fondatore dell’organizzazione, Grigory Sverdlin. “E tra i disertori ci sono ora dei coscritti che, dall’agosto 2024, hanno cominciato ad essere inviati in prima linea nella regione di Kursk, dove l’Ucraina ha invaso“.

Lo Stato russo recluta sempre più aggressivamente per evitare di dover proclamare una nuova ondata di mobilitazione. Le autorità continuano ad aumentare i pagamenti ai lavoratori a contratto: in molte regioni l’importo raggiunge già diversi milioni di rubli e lo stipendio mensile supera il reddito medio del paese. Dall’autunno del 2022 qualsiasi contratto con il Ministero della Difesa è diventato a tempo indeterminato. Anche i soldati gravemente feriti non vengono dismessi dall’esercito. Puoi essere dimesso solo se non hai due braccia, due gambe o una testa.

29 OTTOBRE, SAN PIETROBURGO (RUSSIA).

Una squadra di ricerca del Ministero della Difesa in collaborazione con il Ministero degli Affari Interni ha arrestato tre detenuti disertori fuggiti dalla guerra in Ucraina, scrive la pubblicazione locale 47news.

Tutti e tre, originari della regione di Leningrado, sono stati mandati al fronte direttamente dal carcere.

Durante il primo contatto con il gruppo di ricerca del Ministero della Difesa, uno di loro ha tirato fuori una pistola, l’ha puntata contro l’ufficiale del Ministero della Difesa e ha minacciato di usare l’arma se ai prigionieri non fosse stato permesso di andarsene.

Il gruppo di militari non era pronto per questo. Cioè all’uso delle armi in tali situazioni, soprattutto per uccidere. Oggi, servizi simili del Ministero della Difesa non hanno assolutamente esperienza e capacità nell’effettuare arresti civili. Inoltre, vicino alla casa c’erano anche degli estranei. Secondo i documenti, “per evitare vittime civili”, la squadra di ricerca ha accettato la richiesta e si è ritirata. O meglio, ha fatto finta di ritirarsi, chiamando i rinforzi della polizia”, scrive 47news.

Successivamente la casa dove si nascondevano i disertori è stata presa d’assalto.

30 OTTOBRE, MOSCA (RUSSIA).

Recentemente, a Balashikha (regione di Mosca), un pastore protestante è stato arrestato e rinchiuso in un centro di custodia cautelare per aver predicato un sermone in cui invitava a non combattere per nessuno Stato.

Nel suo sermone, che ha predicato il 25 settembre 2022, poco dopo l’annuncio della “mobilitazione parziale” in Russia, ha affermato:

Quando ti convocano per mandarti a combattere è lo stesso peccato e lo stesso Satana!
Trovami nel Nuovo Testamento anche un solo accenno, un solo accenno al fatto che potremmo in qualche modo partecipare [alla guerra]!
E non importa quale re ci chiama a questo: lo zar ucraino, lo zar americano o il nostro zar!

Due anni dopo, nell’ottobre del 2024, le forze di sicurezza hanno arrestato questo pastore per un appello contro la guerra e hanno condotto perquisizioni tra ministri e parrocchiani della sua parrocchia, sfondando le porte delle case. Gli uomini sono stati costretti a sdraiarsi sul pavimento con le mani dietro la testa (mantenuti in questo stato fino a 12 ore) e a camminare a piedi nudi per strada.

31 OTTOBRE, KURSK (RUSSIA).

Sul canale telegram Голос анархистов (La Voĉo de Anarkiistoj), La Voce degli Anarchici, dopo aver segnalato casi di militari ucraini che rifiutano di eseguire gli ordini e abbandonano le posizioni di combattimento, come a Ugledar, vengono segnalati casi analoghi dal lato russo del fronte.

Alcuni militari russi della regione di Kursk si sono infatti rifiutati di eseguire gli ordini dei propri comandanti e di attaccare, lamentandosi di essere trattati come carne da cannone e portati in posizioni fortificate delle forze armate ucraine.